17 Febbraio 2021

Governo, Draghi: “Il vaccino prima sfida. Velocità essenziale anche per ridurre possibili altre varianti”

Di NS
Il presidente del Consiglio espone in Senato le linee programmatiche del suo esecutivo. Al centro pure la riforma della sanità territoriale “per rendere realmente esigibili i Lea”

di Paola Alagia

Rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale e puntare, nel contrasto all’emergenza pandemica, a una vasta vaccinazione, non limitata a luoghi specifici, ma allargata a strutture sia pubbliche che private, mobilitando quante più forze possibili, dalla Protezione civile alla Forze armate. Il neopresidente del Consiglio Mario Draghi, dopo il silenzio seguito all’assunzione del suo incarico, ha esposto in Senato (domani si replica alla Camera, ndr), direttrici e obiettivi di quello che ha definito un "governo del Paese". Senza etichette, dunque. Senza “aggettivi”. Perché, ha spiegato, “riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono” e a cui “è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti, dei propri elettori come degli elettori di altri schieramenti, anche dell’opposizione, dei cittadini italiani tutti. Questo – ha rimarcato - è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”.

L’emergenza pandemica da fronteggiare è la sfida delle sfide. La sanità, quindi, è tra le priorità dell’esecutivo. A tal proposito, Draghi ha delineato la strada da imboccare. Il piano di vaccinazione, innanzitutto: “Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”.

Ed ecco la rotta tracciata: “Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle Forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”.

Come muoversi? Secondo il premier “facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi  che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità - ha evidenziato Draghi - è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”.

Ma tra gli obiettivi del governo Draghi c'è anche la riforma della sanità e “rendere realmente esigibili i Lea- Livelli essenziali di assistenza: “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i ‘Livelli essenziali di assistenza’ - ha detto il premier - e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La ‘casa come principale luogo di cura’ è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata”. Non a caso, nelle linee programmatiche del presidente del Consiglio i progetti del Next Generation EU serviranno pure per gettare le basi e rafforzare proprio la telemedicina, insieme alla medicina territoriale.