18 Febbraio 2021

Vaccini, l’obiettivo è quota 500mila somministrazioni al giorno

Di NS
Da un lato dialogo diretto con le case farmaceutiche per produrli in Italia e dall’altro pressing sull’Ue per avere più dosi. Ecco il cambio di passo targato Draghi

di Lucilla Vazza

Fare presto e senza fronzoli. Con l’insediamento di Mario Draghi, il cambio di passo radicale sulle politiche di vaccinazione contro il Covid sembra imminente e tutto nel segno del pragmatismo: via primule e orpelli, avanti con tutti gli spazi e i mezzi disponibili. Per vaccinare tutti servirà la forza dell’esercito e dei volontari della Protezione civile e saranno utilizzate le strutture già esistenti a partire da caserme, palazzetti sportivi e ogni altra modalità utile per vaccinare rapidamente e in sicurezza tutti noi.


Una svolta del buon senso, che fa il paio con il pressing sull’Europa per avere le dosi più velocemente, ma soprattutto avviare un dialogo molto più diretto con le case farmaceutiche per riuscire produrre i vaccini direttamente in Italia. Perché l’obiettivo concordato con il ministro Speranza è portare a 500mila il numero di persone vaccinate ogni giorno. Presto e bene, è il non detto che fa da sottofondo generale, tanto che la circolare della Salute con nuove modalità operative è attesa già per venerdì prossimo. Intanto questi gli ultimi aggiornamenti sul tema vaccini.


Gimbe: consegnate un terzo delle dosi del primo trimestre
Secondo l'ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe al 17 febbraio sono state consegnate alle Regioni 4,07 milioni dosi di vaccino: appena il 31,8% dei 12,8 milioni attesi per il primo trimestre 2021. La Fondazione ancora una volta ha lanciato anche l’esigenza di introdurre un lockdown rigoroso per abbassare la curva dei contagi. In dettaglio, Pfizer/BioNTech: 3.288.870 dosi pari al 44,7% di quelle previste (7,3 milioni), escluse le 6,6 milioni di dosi aggiuntive la cui consegna è prevista entro giugno, ma senza dettagli sulla ripartizione trimestrale Moderna: 244.600 dosi pari all’18,4% di quelle previste (1,3 milioni); AstraZeneca: 542.400 dosi pari al 13% di quelle previste (4,2 milioni). Il monitoraggio ha poi segnalato che nell’ultima settimana sono 17 le province italiane che hanno fatto registrare un aumento superiore al 5% dei nuovi contagi di Coronavirus. In testa alla classifica le province di Pescara, Bolzano e Chieti, alle prese con le varianti inglese e sudafricana del Covid-19.


Vaccino AstraZeneca fino ai 65 anni
La decisione era attesa dopo la raccomandazione dell’Oms dei giorni scorsi. Il vaccino AstraZeneca potrà essere somministrato anche ai soggetti in buona salute fino ai 65 anni di età, superando così l’indicazione che ne limitava l’impiego fino ai 55enni. Una svolta importante, che moltiplicherà i numeri dei soggetti vaccinati e che grazie a una circolare del Ministro della Salute sarà probabilmente operativa già da domani. Alle altre categorie fragili e a gli over 80 sarà somministrato il vaccino mRna di Moderna o Pfizer.

Mentre si studia come potenziare la macchina, il doppio binario della campagna è stretto tra due grandi incognite che sono il fattore 'varianti' e il rischio di nuovi tagli alle consegne. Solo in Veneto, sono già state identificate 17 mutazioni di Covid-19, quattro delle quali definite preoccupanti dall'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Anche per questo il ministero della Salute ha affidato all'Iss un nuovo dossier, da realizzare nei prossimi dieci giorni, per analizzare la diffusione in Italia delle tre principali varianti Covid, 'inglese', 'brasiliana, e 'sudafricana'. Sono specialmente le ultime due a preoccupare perché, secondo gli esperti, rischiano di incidere sull'efficacia dei vaccini.
Entro il 1 marzo ogni Regione dovrà inviare a ministero e Iss i risultati aggregati relativi all'indagine rapida.