16 Marzo 2021

AstraZeneca, occhi puntati sull’Ema. Il piano di Draghi e Figliuolo rischia grosso

Di NS
In attesa del responso l’Italia fa i conti: potremmo perdere 40 milioni di dosi. Speranza coinvolge pediatri, medici ambulatoriali e odontoiatri

di U.S.V

Mentre ansia e apprensione si diffondono persino più del virus in Italia e in gran parte d’Europa, gli occhi sono adesso puntati su giovedì prossimo e sul verdetto dell’Ema che in queste ore sta ricevendo tutti i dati clinici sulle trombosi sospette dalle autorità dei vari Stati membri, 30 casi su 5 milioni di dosi erogate. L’ente regolatorio europeo dovrà analizzarli e quindi dovrà dare un parere sulle sorti del vaccino AstraZeneca nel nostro Continente.

La grana è potenzialmente enorme per il piano italiano di immunizzazioni. Basti dire che il Governo conta di ricevere 40,17 milioni di dosi del siero di Oxford che, peraltro, dovrebbero esserci consegnate tutte entro fine settembre, dunque nella fase più importante, delicata e urgente della nostra campagna di somministrazione. Solo considerando la scadenza di marzo, AstraZeneca avrebbe dovuto recapitare quasi 3 milioni di dosi in Italia su 7,5 milioni complessive. Inoltre il composto anglo-svedese vale un sesto del nostro piano vaccinale complessivo che prevede 242 milioni di dosi; dunque rischiano seriamente di saltare cronoprogramma e obiettivi su cui il premier Mario Draghi e il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo hanno messo la faccia. Finora, peraltro, 1,1 milioni di dosi AstraZeneca sono state usate in Italia, esattamente la metà di quelle attualmente disponibili nella Penisola.

In attesa di capire con quali numeri e in che tempi arriveranno le forniture dei vaccini, il Governo comunque spinge sull’allargamento della platea di vaccinatori. Poco fa, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato la sottoscrizione dei protocolli di partecipazione con i pediatri di libera scelta, i medici specialisti ambulatoriali e gli odontoiatri. “Anche con il loro impegno, quando avremo più dosi disponibili, potremo meglio combattere il virus”, ha spiegato Speranza. Esatto, il problema rimane quello: quando avremo più dosi disponibili?