28 Luglio 2021

Non solo Green pass: ecco le idee su premi e punizioni per convincere i “ni vax”

Di NS
All’appuntamento con il vaccino mancano oltre 2 milioni di over 60, ma soprattutto gran parte dei 18 milioni nella fascia tra 12 e 40 anni. Meglio usare il bastone o la carota?

di Ulisse Spinnato Vega

Il nodo di fondo è tutto lì: come convincere non tanto i “no vax” duri e puri, ma piuttosto l’esercito esitante, indeciso e preoccupato dei “ni vax”? Si tratta di coloro che non ne fanno una questione ideologica e di principio, che non si ribellano a una presunta “dittatura sanitaria”, ma che semplicemente covano dubbi e paure di fronte al Circo Barnum della virologia da talk show e alla ridda di messaggi d’ogni sorta, spesso contradditori tra loro, che da mesi si affastellano in merito al ricorso, alle posologie e all’efficacia dei preparati anti-Covid.

Abbiamo oltre 2 milioni di over 60 ancora non protetti da alcuna dose di vaccino. Ma solo in piccola parte si tratta di “no vax”: la stragrande maggioranza vive di un generico scetticismo o banalmente non è stata ancora raggiunta per problemi logistici, inefficienze burocratiche oppure non si è mossa per carenza di informazione e consapevolezza. Dall’altra parte, in Italia abbiamo complessivamente 18 milioni di persone tra i 12 e i 40 anni: si tratta dei famosi under40 che secondo Fratelli d’Italia non dovrebbero vaccinarsi, mentre anche il leader della Lega Matteo Salvini è scettico sull’imprescindibilità della loro immunizzazione.

In ogni caso, se nessuno di questi 18 milioni si vaccinasse, sarebbe impossibile conseguire qualunque livello accettabile di immunità di gregge, quindi il virus continuerebbe a circolare e rimarremmo tutti a rischio di possibili ulteriori varianti in grado di bucare la barriera vaccinale. Va detto che ad oggi, sulla platea dei 12-19enni, il 70% circa non ha ricevuto nemmeno una dose e solo il 16% ha fatto il richiamo. Peraltro Aifa ha dato il via libera proprio oggi a Moderna per gli over 12 e si tratta del secondo preparato, dopo Pfizer, autorizzato a beneficio degli adolescenti. La sperimentazione dei vaccini da 0 a 12 anni intanto prosegue, ma novità concrete sono attese soltanto nel 2022.

Come agire allora? Il governo, già a maggio scorso, aveva introdotto l’obbligo di immunizzazione per il personale sanitario, ma solo in questi giorni stanno arrivando i primi provvedimenti disciplinari per chi non ottempera. Regna tuttora grande incertezza, invece, rispetto al personale scolastico (222mila ancora i non vaccinati) in vista della ripresa delle lezioni a settembre. Per il resto, sembra ormai scontato che il vincolo di Green pass sarà esteso, a partire dal 6 agosto, per l’utilizzo di treni, navi e aerei, mentre ancora si discute sulle difficoltà applicative rispetto al Trasporto pubblico locale.

Il Green pass è comunque lo strumento di persuasione più forte che l’esecutivo ha in mano per smuovere gli scettici. Si chiama politica del “nudge” o “nudging” (in inglese “pungolo”, “stimolo”). Non posso obbligarti o vietarti qualcosa in modo diretto, allora ti incoraggio a fare una determinata scelta con altre forme di incentivo o limitazione. Il certificato verde agisce proprio in tal senso, eppure altre idee di stampo premiale o punitivo sono venute fuori in questi giorni.  

Il parlamentare di Fi Sestino Giacomoni ha per esempio proposto di premiare gli under 30 che completano il ciclo vaccinale con un raddoppio del bonus vacanze a mille euro per viaggiare in Italia. Lo stesso incentivo dovrebbe invece essere azzerato per chi non si vaccina. L’idea rispecchia alcune pratiche che si stanno affermando soprattutto all’estero: negli Usa, molti Stati regalano biglietti per eventi sportivi a chi si vaccina. Nel Maryland gli impiegati pubblici che fanno la seconda dose ricevono 100 dollari in più in busta paga. Ma anche in Oriente si segue la stessa logica: in Cina ci sono premi in beni alimentari, mentre a Hong Kong si concede un giorno di congedo lavorativo retribuito e biglietti per ricche lotterie.

Dall’altra parte c’è invece chi vuole farla pagare cara ai “no vax”. L’ex viceministro, forzista anche lui, ed ex presidente Consob Giuseppe Vegas ha lanciato su MilanoFinanza l’idea di una tassa di scopo, un’addizionale del 5% a carico di chi rifiuta l’ago anti-Covid. Sulla stessa lunghezza d’onda la scienziata Ilaria Capua che sul Corsera ha proposto una sorta di ticket da mille o duemila euro che i non vaccinati per scelta sarebbero tenuti a pagare per ogni giorno di ricovero in terapia intensiva. Dunque, un obolo diretto a beneficio del Servizio sanitario nazionale. Capua ha preso posizione poco dopo il discusso editoriale uscito su Repubblica in cui gli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti chiedevano di far pagare ai “no vax” le esternalità negative generate dal loro comportamento, esternalità legate sia a costi sanitari a carico della collettività sia al fatto che i contrari al vaccino “impediscono il ritorno a una vita sociale normale”.

Insomma, tra ansia per la variante Delta e piazze anti-siero, il dibattito riflette le tensioni del momento. E mostra che la partita contro la pandemia è ancora tutta da giocare.