13 Settembre 2021

"Ecco perché è importante il giusto rapporto tra infermiere e assistito"

Di NS
Riceviamo e pubblichiamo
di Bruno Cavaliere*

Nell’anno 2021 la Società scientifica italiana per la direzione ed il management delle professioni infermieristiche (Sidmi) ha redatto il primo documento italiano di posizionamento su livelli sicuri di staff infermieristici e standard di risorse da impiegare in contesti ospedalieri, territoriali e di comunità: “Raccomandazioni per la determinazione dello staff per l’assistenza infermieristica”

In Italia rispetto alla media europea mancano all’appello più di 60.000 infermieri, mentre i paesi Ue viaggiano a 1000 infermieri per 100.000 abitanti, l’Italia è ferma a 600.

In un anno particolare, come il 2021, ancora caratterizzato da una significativa emergenza sanitaria, che ha messo in luce le carenze del sistema sanitario, si è ritenuto importante definire delle Raccomandazioni sul tema degli Staff assistenziali infermieristici in modo da indirizzare, in modo uniforme sul territorio nazionale, sia la definizione di dotazioni sicure che di fabbisogni universitari adeguati.

Il documento è stato stilato sulla base delle evidenze scientifiche europee ed internazionali in materia, che mettono in luce alcuni elementi oramai imprescindibili. Un rapporto adeguato di infermieri/assistiti indicato in non più di 6 assistiti per infermiere in ospedale e non meno di 8 infermieri per 1000 abitanti in territorio e prossimità garantiscono:

maggior sicurezza dell’assistenza infermieristica (minor rischio di omissioni e cure mancate, errori di terapia, e cadute accidentali)

migliori esiti dell’assistenza infermieristica (minor rischio di infezione e mortalità)

migliore assistenza (più tempo da dedicare alle persone e personalizzazione delle cure)

maggiore soddisfazione dei professionisti sanitari e benessere lavorativo

Gli studi internazionali rappresentano macroindicatori che sono stati confermati anche da significative ricerche multicentriche nazionali (ESA.Med, NSO, RN4CAST).
Gli standard consigliati nel documento devono costituire valore soglia e servire a sensibilizzare i decisori politici e gli infermieri a tutti i livelli di responsabilità organizzativa ed assistenziale a considerarli riferimento minimo per garantire un buon livello di cure infermieristiche.

E’ un documento che ha l’obiettivo di fornire le basi per un concreto ridisegno dei modelli socio sanitari che dovranno essere maggiormente rispondenti ai cambiamenti avvenuti nei bisogni degli utenti e della popolazione (più anziana, spesso pluripatologica o fragile). Dovranno essere incrementati gli ospedali di comunità, gli ambulatori infermieristici e di prossimità. Si dovrà investire sugli infermieri di famiglia e comunità, e sui case manager infermieristici.

Il documento tratta anche il tema delle competenze dei professionisti sanitari e delimita i nuovi orizzonti di carriera e sviluppo del personale infermieristico in un’ottica di valorizzazione coerente alle necessità del sistema complessivo.

E’ con questo obiettivo che, gli infermieri dirigenti delle professioni infermieristiche, con una solida identità professionale specifica che vede nella relazione il punto di forza, integrata da conoscenze scientifiche nell’ambito del management sanitario, hanno scelto di condividere una posizione chiara e comune su questo tema, ritenuto prioritario sia a livello nazionale che regionale.

*Presidente Sidmi – Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche
Con il contributo del Consiglio direttivo nazionale Sidmi