05 Novembre 2021

"Manovra? Bene stabilizzare tutti i precari, ma serviranno altre assunzioni"

Di NS
Intervista alla presidente della commissione Sanità del Senato Parente (Iv): "Ok le risorse in più, però saranno necessari fondi ulteriori per gli obiettivi del Pnrr. Torniamo al Mes sanitario"

di Marta Tartarini

Il testo della manovra non è ancora stato inviato al Parlamento, ma il Senato, a cui sarà affidato il primo esame in vista del successivo passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva, lo aspetta per la prossima settimana. La bozza, che sul capitolo sanità presenta ancora molte lacune, stanzia 6 miliardi di euro in più in tre anni per il Fondo sanitario, che sale a 124 miliardi nel 2022, 126 miliardi nel 2023 e 128 miliardi nel 2024. Importante novità è poi quella per il personale sanitario reclutato durante l’emergenza che sarà stabilizzato a tempo indeterminato. Altro stanziamento corposo riguarda l’acquisto di vaccini anti Covid, per i quali arrivano 1,85 miliardi in più nel 2022. Vengono poi incrementari strutturalmente a 12 mila l’anno i contratti di specializzazione in medicina, con un finanziamento che sale dai 194 milioni del 2022 ai 543 a regime dal 2027. Tutti capitoli su cui palazzo Madama scalda i motori in vista dell'esame. Annamaria Parente, presidente della commissione Igiene e Sanità, è al lavoro sugli emendamenti condivisi tra i gruppi. La senatrice di Italia Viva ha fatto una prima analisi con Nursind Sanità.

L'aumento del Fondo sanitario in Legge di bilancio è senz'altro un cambio di passo ma sarà sufficiente?
Lo stanziamento è importantissimo, ma se veramente vogliamo rilanciare la medicina territoriale e domiciliare scopriremo che serviranno risorse aggiuntive. Per fare tutte le cose scritte nel Pnrr non credo che i fondi previsti basteranno.

Dove reperire allora risorse ulteriori? Potrebbe tornare il tema del Mes sanitario?
Io credo di sì, vedremo quale sarà la dialettica tra le forze politiche, ma credo andrebbe riconsiderata questa decisione. Parliamo di 35 miliardi che potrebbero essere veramente utili per tantissimi capitoli. 

Quali sono, in particolare, le necessità che richiedono maggiori fondi?
Abbiamo il problema dell'assistenza dei malati cronici, il tema della prevenzione su cui serve un grande investimento e poi dobbiamo abbattere le liste d'attesa: abbiamo visto che durante la pandemia sono state trascurate tantissime altre malattie e questo grida vendetta. Poi c'è la telemedicina e la formazione del personale socio sanitario. Sono tutti temi che richiedono molte risorse.

Nel mondo sanitario era molto attesa la norma, inserita in manovra, che stabilizza i medici e gli infermieri reclutati per far fronte alla pandemia. Le risorse stanziate basteranno per gli oltre 50 mila precari?
So che c'è una verifica in atto nel governo e con il Mef. Io credo comunque che andrebbero stabilizzati tutti i precari che sono stati assunti, ma questo non risolve il problema della carenza del personale. Con le proiezioni di pensionamenti molto alte che abbiamo andrebbero comunque assunti nuovi medici e infermieri.

Va in questo senso la misura della manovra che prevede 12 mila borse per gli specializzandi?
Questa norma, che rende strutturale le borse, è fondamentale ma credo che bisognerà anche programmare quali tipi di specializzandi servono per i prossimi 5-10 anni. È un tema di programmazione su cui possiamo iniziare a ragionare in sede di manovra, ma che probabilmente richiederà più tempo. Va invece posta subito l'emergenza costituita dalla raccolta del sangue.

Cosa chiederete?
Sicuramente presenteremo degli emendamenti per rafforzare la rete di raccolta. La pandemia ha impattato anche su questo e la quantità disponibile resta insufficiente. Altro capitolo che dovremo studiare quando avremo il testo definitivo è quello dei farmaci. 

Ci potranno essere proposte di modifica anche su questo?
Come gruppo di Italia Viva stiamo ponendo il tema dei farmaci innovativi, che riteniamo debbano essere considerati come un investimento e non come una spesa. Vorremmo aprire questa riflessione già in sede di bilancio, sarebbe una vera rivoluzione. Più in generale bisogna considerare la salute come un investimento, perché la pandemia ci ha insegnato che senza di essa non c'è occupazione né ripresa economica.