12 Novembre 2021

Covid: i contagi salgono e il Governo spinge sulle terze dosi

Di NS
Sono 2,7 milioni le persone che hanno ricevuto un richiamo o un booster. In arrivo l’obbligo per il personale sanitario. Possibile l’esclusione dei tamponi come presupposto del green pass

di U.S.V.

L’Italia è messa meglio della gran parte dei Paesi europei, ma non c’è di che rallegrarsi: la curva del contagio, infatti, sale anche da noi, la guardia va tenuta alta e il Governo cerca di accelerare sulla campagna vaccinale, mantenendo al tempo stesso un set di misure e strumenti che finora ci hanno consentito di fronteggiare con buoni risultati il rischio quarta ondata.

Ecco allora il pedale del gas premuto al massimo sulle terze dosi e i booster. Finora le persone che hanno avuto il richiamo addizionale sono oltre 427mila, mentre i soggetti interessati dalla dose booster sono oltre 2,2 milioni: dunque, il numero complessivo si avvicina ai 2,7 milioni. Più in generale, le somministrazioni dei preparati sono oggi pari a 91,6 milioni. Dopo l’allargamento dell’iniezione supplementare, dal prossimo primo dicembre, ai cinquantenni e ai quarantenni, si avvicina anche il momento dell’obbligo di terza dose per il personale sanitario. Il Governo vuole mettere a disposizione degli italiani tutti i canali possibili per incoraggiare l’immunizzazione, dunque ci si potrà vaccinare pure senza prenotazione non solo negli hub, ma in farmacia, presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.

C’è da evitare lo spauracchio del ritorno alle zone gialle che finirebbero per rallentare la ripresa economica. Va ricordato che il cambio di colore dal bianco al giallo si verifica con oltre 50 contagi settimanali su 100mila abitanti, con il 10% delle terapie intensive occupate e il 15% nei reparti ordinari impegnato dai malati Covid. A livello nazionale, invece, c’è da tenersi a debita distanza dalla soglia critica dei 3mila posti occupati in terapia intensiva. Ieri eravamo a quota 423, ma i numeri sono in crescita. Naturalmente, in questo scenario, con l’attesa di un picco dei casi attorno a Natale, appaiono scontate misure come la proroga di almeno due o tre mesi dello stato d’emergenza e il prolungamento della validità del green pass fino ad aprile o a giugno.  

Naturalmente, potrebbero esserci aggiustamenti in corsa, come la ricalibratura temporale della validità della carta verde o l’esclusione dei tamponi (solo quelli rapidi?) per ottenerla. Limitare il green pass ai vaccinati e ai guariti finirebbe però per cozzare con innovazioni normative come quella, messa a punto in Parlamento, che stanzia 105 milioni per garantire l'esecuzione gratuita di test antigenici rapidi in apposite strutture sanitarie a beneficio di chi non può ricevere o completare la vaccinazione. Nessuna discussione, infine, sul mantenimento delle mascherine al chiuso, misura cui il ministro Speranza accredita parte del merito dei dati italiani, tuttora migliori rispetto a ciò che si vede in giro per l’Europa.