06 Aprile 2022

Covid, Speranza: "Al lavoro per consentire la prescrizione di antivirali ai medici di famiglia"

Di NS
Il ministro della Salute alla Camera: "L'assistenza domiciliare? Con le risorse del Pnrr vogliamo diventare primo Paese dell'Ue. Un miliardo per recuperare i ritardi sulle visite oncologiche"

di NS

Dall’assistenza domiciliare per i pazienti affetti da malattie rare agli screening oncologici messi a dura prova in questi mesi, dalla campagna di vaccinazione che resta “l’arma fondamentale” contro il Covid alle strategie per l’utilizzazione nel nostro Paese dei farmaci antivirali: rispondendo in Aula alla Camera durante il question time, il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto il punto su alcune delle sfide più complesse che attendono la nostra sanità, nel contesto di una pandemia che non allenta la sua morsa: “Voglio ricordare che in questo momento la circolazione virale nel nostro Paese è ancora molto alta – ha avvertito -. La fine dello stato d'emergenza non significa la fine della pandemia che, invece, è ancora in corso. Come sempre, poi, il Governo valuterà l'evoluzione del quadro epidemiologico e adatterà le proprie misure ad un monitoraggio del quadro stesso che continuiamo ad osservare con la massima attenzione e la massima prudenza”.

Speranza ha nuovamente sottolineato che i “numeri della campagna vaccinale italiana sono tra i migliori del mondo” (alle 7 del 6 aprile, la prima dose è stata fatta dal 91,39 per cento delle persone sopra i 12 anni, la seconda dose dall'89,87 per cento di questa stessa platea, mentre per il booster siamo arrivati a 38.938.818 persone), ribadendo che la “nuova fase che stiamo aprendo e di cui si discute è figlia, prima di tutto, di questi numeri e anche di un utilizzo significativo del green pass e di tutte le norme in materia di obbligo vaccinale che indubbiamente hanno favorito delle percentuali così alte”.

Sempre sul tema delle vaccinazioni, il ministro ha risposto in merito della conferma dell'obbligo vaccinale e della sanzione della sospensione dal lavoro per tutto il personale sanitario e non sanitario che lavora in strutture sanitarie e sociosanitarie, previsto dal decreto-legge del 24 marzo: il responsabile del dicastero della Salute ha ribadito che “la ratio della norma è molto semplice ed è da ricondursi alla necessità di tutelare il più possibile, con ogni prudenza possibile, i luoghi a cui hanno accesso le persone più fragili. Questo è vero sicuramente per gli ospedali, è vero per gli studi ambulatoriali ed è vero, in modo particolare, per le Rsa dove è ancora molto opportuno tenere il massimo livello di attenzione, anche sulla base delle esperienze non semplici che abbiamo vissuto in altre stagioni del Covid”, è la riflessione fatta da Speranza in aula.

C’è poi la questione dei farmaci antivirali: il ministro ha fornito i dati dei consumi del Paxlovid, per un totale di 5.171 trattamenti al 30 marzo. "Nella settimana tra il 17 e il 23 marzo c'è stato un più 31 per cento rispetto alla settimana precedente. I livelli del consumo in Italia sono piuttosto simili rispetto a quelli degli altri Paesi europei”. “Ora che abbiamo più dosi a disposizione, perché le dosi in una prima fase sono arrivate in Italia in un numero molto limitato – ha aggiunto -, stiamo lavorando alla territorializzazione: l'idea è quella di arrivare a consentire la prescrizione anche ai medici di medicina generale proprio per favorire un accesso più capillare”. A tal proposito ha fatto sapere che "nella giornata su questo ha iniziato a lavorare il Comitato tecnico-scientifico dell'Agenzia italiana del farmaco. Io penso - ha detto - che sia la direzione giusta per promuovere una maggiore vicinanza e una più veloce somministrazione di questo farmaco”. Secondo Speranza, i farmaci antivirali, "sono sicuramente importanti, rappresentano uno degli strumenti in campo per affrontare questa fase nuova, ma - ha ribadito - non sostituiscono in alcun modo il vaccino, che resta l'arma fondamentale con cui affrontare questa fase di contrasto al Covid”.

Il ministro, poi, ha risposto sulle iniziative volte a garantire la prosecuzione della somministrazione domiciliare delle terapie a favore dei malati rari, come sperimentato in relazione allo stato di emergenza sanitaria da Covid-19: “L'assistenza domiciliare è importante sempre e lo è, a maggior ragione, per le malattie rare”, ha affermato. Per poi assicurare: “Noi lavoreremo, in collaborazione con Aifa, per valutarle oggi in una situazione diversa, non più di stato di emergenza, con l'obiettivo di non ridurre i livelli di assistenza domiciliare”. “In materia di assistenza domiciliare – ha aggiunto - l'iniziativa del Governo è molto, molto forte. In modo particolare, nel Pnrr c'è un investimento senza precedenti: stiamo parlando di 4 miliardi, compreso 1 miliardo per la telemedicina. Fino a pochi mesi fa l'assistenza domiciliare per le persone sopra i 65 anni era del 4 per cento, mentre la media dei Paesi Ocse è al 6 per cento. I principali Paesi che sono avanti su questa vicenda sono Germania e Svezia, con il 9 per cento". Con gli investimenti del Piano, "il nostro obiettivo è far diventare l'Italia il primo Paese d'Europa per assistenza domiciliare, con il 10 per cento. Più risorse sul Servizio sanitario nazionale serviranno anche a questo obiettivo”, ha assicurato.

Altro tema importante sul quale è stato interrogato in Aula, infine, è quello legato alle iniziative per realizzare un piano straordinario per la prevenzione e la cura delle malattie oncologiche per colmare i ritardi causati dall'emergenza pandemica: “Non vi è alcun dubbio – ha ammesso Speranza - che in coincidenza con i picchi delle diverse ondate, che in questi mesi tutt'altro che semplici si sono susseguite, sia stato pagato un prezzo significativo dal nostro Servizio sanitario nazionale in termini di rallentamenti e di rinvii di screening, di visite e, in alcuni casi, anche di interventi chirurgici non strettamente urgenti. È un dato di fatto con cui dobbiamo fare i conti”. Detto questo ha quindi ricordato l’investimento di un miliardo di euro messo in campo dal Governo, su cui le Regioni sono al lavoro per implementare i loro progetti, proprio per il recupero di screening, visite ed interventi chirurgici non fatti: “La vicenda oncologica - ha concluso - è il cuore di questa partita. Dal mio punto di vista, quindi, ci sarà tutta l'attenzione possibile e credo che le risorse ingenti messe in campo finora rappresentino sicuramente una risposta significativa, ma avranno bisogno di ulteriori sforzi”.

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