28 Aprile 2022

"Tenere la mascherina ancora un po' in alcuni casi non ci farà male"

Di NS
ll sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri parla a Nursind Sanità. E sul vaccino aggiunge: "In futuro sarà stagionale per i più fragili"

di Federico Simoni

Dall'inizio della lotta al Covid, l'Italia ha "saputo fare di necessità virtù, andando ben oltre la semplice resilienza", e per questo "mantenere le mascherine al chiuso, in determinate circostanze e per qualche settimana in più, non nuocerà a nessuno. Anzi sarà utile a qualcuno". Lo ribadisce a Nursind Sanità il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Proprio in serata è attesa, tra l'altro, l'ordinanza del ministero della Salute, anticipata da un emendamento già approvato al Dl Riaperture che dettaglia l'uso della mascherina al chiuso in determinati contesti, per esempio sui mezzi pubblici. Secondo Sileri, appunto, si tratta di una soluzione prudente e corretta, che non scalfisce il programma di graduale riduzione delle misure di contenimento del virus.

Il sottosegretario si è soffermato anche sul grande lavoro fatto con le vaccinazioni, "che hanno raggiunto un numero davvero straordinario", che consentono finalmente "di fare dei passi indietro, sul green pass, sull'uso del mascherine al chiuso, perché la situazione epidemiologica lo consente".

Il tema che catalizza la maggiore attenzione, però, è quello delle mascherine. "Prima o poi le abbandoneremo - ha detto -. Mantenerne per qualche settimana l'utilizzo al chiuso in determinate circostanze credo non nuoccia a nessuno e sicuramente può aiutare altri che, per scelta, paura a altro, non hanno voluto vaccinarsi. E che, a questo punto, diventa sempre più difficile rincorrere". Fermo restando che "ci sono ancora 400 pazienti nelle nostre terapie intensive, che si stanno svuotando e che spero si svuotino ancora più in fretta. Toglieremo la mascherina, poi vedremo a settembre-ottobre che cosa accadrà", ha aggiunto.

E a proposito di quel che accadrà in autunno, Sileri un'idea ce l'ha: "A ottobre sicuramente ci sarà il vaccino influenzale e allo stesso tempo per un determinato tipo di paziente sarà anche possibile fare una vaccinazione contro il Sars-Cov-2. Io credo che il futuro sarà questo, poi ovviamente bisogna vedere cosa ci dice la scienza, se il vaccino anti Covid verrà inserito nelle vaccinazioni che ognuno di noi dovrà fare".

Il ragionamento parte dal fatto che "nel 2024 moltissime persone avranno ormai incontrato il Covid, la stragrande maggioranza delle persone sarà immunizzata". Il virus, quindi, "si comporterà come la peggiore influenza, che a ogni stagione miete purtroppo 9-10mila vittime: probabilmente sarà peggio delle ultime, ma molti di noi avranno un organismo in grado di riconoscere il virus. E chi è più fragile lo farà ancor meglio con un vaccino".  

Nel frattempo, mentre gli italiani abbassano un po' la guardia "perché la situazione lo consente", rimane qualche piccola preoccupazione per il basso tasso di vaccinazione degli ormai circa centomila profughi ucraini accolti in Italia e che potrebbe favorire la circolazione di nuove varianti. Sileri però su questo ha evidenziato che "molti di loro si saranno sicuramente già contagiati senza saperlo, perché il numero dei contagi in Ucraina è stato molto sottostimato, a maggior ragione negli ultimi 3 mesi. Con quello stanno vivendo, il Covid infatti sarà stato l'ultimo dei loro problemi". Detto questo, però, "continua la nostra opera di sensibilizzazione sulla vaccinazione nei confronti di chi arriva in Italia, con una particolare attenzione verso coloro che hanno delle particolari fragilità".  

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