20 Maggio 2022

Il long Covid non ha età: ne soffre il 17% tra i bambini e gli adolescenti

Di NS
Presentato uno studio al Congresso della Società italiana di pediatra: tra i sintomi congestione nasale, mal di testa e affaticamento, ma il più persistente sembra essere l’insonnia

di NS

Oltre il 17% dei bambini e degli adolescenti italiani manifesta, a distanza di tre mesi dall'infezione, sintomi da long Covid, tra i quali i più comuni sono congestione nasale, mal di testa e affaticamento, mentre il più persistente nel tempo sembra essere l’insonnia. I dati emergono dal primo studio prospettico sugli strascichi del virus nella fascia più giovane della popolazione e coordinato dall’Azienda ospedaliera universitaria di Parma. I risultati preliminari sono stati illustrati al 77° Congresso della Società italiana di pediatra, in corso a Sorrento fino al 21 maggio. L'indagine, iniziata a novembre 2021 e che terminerà a marzo 2026 e condotto su 14 Centri sul territorio nazionale, ha arruolato sinora circa 1.000 bambini e adolescenti con una pregressa infezione da Sars-Cov-2 di diversa gravità.

“Identificare le potenziali conseguenze a lungo termine del long Covid e la relazione con l’infezione acuta è importante per la gestione e la riabilitazione dei pazienti", sottolinea Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria e direttrice della Clinica pediatrica dell’Università di Parma, responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria. Ma veniamo ai principali risultati emersi dalla ricerca: dei 670 pazienti con diagnosi Covid-19, che hanno partecipato allo studio e per i quali sono disponibili i primi dati (51,5% maschi e 48,5% femmine, il 31% aveva una patologia pregressa, solo l’1,8% ha avuto necessità di ricovero, nel 15% dei casi l’infezione è stata asintomatica. A distanza di tre mesi dall’infezione, 118 bambini (pari al 17,6% del campione) manifestano almeno un sintomo del long Covid, tra questi 110 bambini (16,4%) ne manifestano almeno 2 e 84 bambini (12%) almeno 3.

Quali sono le più frequenti manifestazioni del long Covid nella popolazione censita dallo studio? Tra i più ricorrenti figurano congestione nasale (17%), mal di testa (15%), affaticamento (13%), scarso appetito (10%), insonnia (9%), tosse persistente (8%), dolore addominale (6%), confusione e perdita di concentrazione (5,2%) ed eruzione cutanea (4,9%). Tra i bambini che si sentono affaticati (pari al 13% del campione) circa 1 su 4 sente il bisogno di riposarsi più del solito, il 19% si sente più assonnato, l’11% ha meno energia del solito.

Qual è invece la gravità dei sintomi? Alcuni di questi, come congestione nasale, scarso appetito ed eruzioni cutanee tendono a manifestarsi, nella stragrande maggioranza dei casi, in maniera lieve. Ma sintomi come affaticamento, insonnia, perdita di concentrazione e mal di testa si manifestano spesso con una sintomatologia più importante. In particolare, lamentano forme da moderate a gravi di affaticamento e di mancanza di concentrazione circa il 43% dei bambini alle prese con questi disturbi.

Quanto alla durata dei sintomi, stando ai dati raccolti sinora, i più persistenti sono il mal di testa, con il 10% dei bambini che ne soffre anche a distanza di 4-6 mesi successivi all’infezione, e l’insonnia: il 3,6% ne soffre a 6 mesi di distanza, l’1,8% a 7-9 mesi e analoga è la percentuale di chi ne soffre a un anno di distanza. “Il long Covid - sottolinea ancora Susanna Esposito - è un problema concreto anche nei bambini e negli adolescenti. La nostra ricerca dimostra la necessità di non sottovalutare sintomi persistenti che possono essere causa di enorme disagio per i più piccoli con la compromissione della loro vita quotidiana e l’importanza di un approccio personalizzato sulla base dei sintomi presenti”. Questi risultati, ribadisce inoltre la coordinatrice dello studio, mettono in luce ancora una volta “l’importanza della vaccinazione contro il Covid anche nei più piccoli per evitare complicanze a distanza, che possono verificarsi anche in chi ha avuto un’infezione non particolarmente grave in fase acuta”.

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