24 Giugno 2022

Medici in fuga dagli ospedali: in tre anni un'emorragia di 9mila camici bianchi

Di NS
Anaao-Assomed lancia l'allarme: "Entro il 2024 rischiamo di perdere 40mila specialisti". E chiede interventi urgenti contro frammentazione regionalistica e privatizzazione

di NS

Dal 2019 al 2021 circa 9mila camici bianchi hanno abbandonato l'ospedale per dimissioni volontarie. E poi ancora: nello stesso triennio sono andati in pensione circa 4mila medici specialisti ogni anno per un totale di 12mila. "Un trend che, se confermato, porterà, tra pensionamenti e licenziamenti, una perdita complessiva di 40mila medici specialisti entro il 2024". Sono i numeri che snocciola Anaao-Assomed e che fanno parlare il sindacato di "tempesta perfetta".

"Una crisi senza precedenti del Sistema sanitario nazionale che la pandemia da Covid-19 ha amplificato e fatto esplodere", spiega la sigla dei medici dirigenti che da domenica a mercoledì svolgerà a Napoli il suo 25° congresso nazionale. Secondo Anaao-Assomed, il "detonatore di questa crisi è stato nelle ultime settimane, ma solo in ordine di tempo, il lavoro in Pronto soccorso caratterizzato da altissimi livelli di stress psico-fisico per i numerosi turni di notte e nel week-end". "Ma condizioni di lavoro simili si ritrovano in tutti i reparti ospedalieri ed extra ospedalieri, un 'girone dantesco' con turni e orari senza limiti, rarefazione delle progressioni di carriera, burocrazia asfissiante, svilimento del ruolo professionale, aumento delle denunce legali e delle aggressioni fisiche e verbali, totale assenza di valorizzazione economica".

Una "black list" cui il Pnrr, "accolto come una fortuna provvidenziale, ma privo di progetto per l’ospedale e per suoi medici, non pone rimedio - avverte il sindacato - tutto preso com’è a rimodernare il parco edilizio e tecnologico. Senza contare una guerra ai confini del nostro Paese che rischia di catapultarci in un’economia che rischia di non consentire i necessari investimenti in sanità". Anaao-Assomed denuncia inoltre come il lavoro dei medici e dirigenti sanitari sia "schiacciato da numeri impietosi": negli ultimi 15 si è assistito alla chiusura continua di strutture ospedaliere, alla carenza di personale con oltre 50mila figure sanitarie in meno rispetto ai primi anni 2000 e a un taglio di 85mila posti letto a partire dall’inizio del nuovo secolo che "ci mette ai margini dell’Europa come numero di posti letto per mille abitanti, palesemente insufficiente per una popolazione in piena transizione demografica come quella italiana".

"Siamo al si salvi chi può", denuncia l’organizzazione che rappresenta i medici dirigenti, "con i giovani che si rifiutano di entrare in ospedale e i meno giovani che fuggono”.
I numeri (a cominciare dai già citati 9mila camici bianchi che hanno abbandonato l'ospedale per dimissioni volontarie) e le stime (una perdita complessiva di 40mila medici specialisti entro il 2024) poi fanno dire ad Anaao-Assomed che serve un "intervento strutturale e urgente sull’intero sistema sanitario per arrestare la deriva verso la frammentazione regionalistica e la privatizzazione". Un intervento che si deve tradurre, secondo l’associazione, in investimenti adeguati sulle dotazioni organiche, sia nel Pronto soccorso che nelle altre Unità operative, anche per consentire l’aumento dei posti letto ordinari, oggi ai livelli più bassi in Europa: "Serve mettere in campo tutte le condizioni per restituire appeal al lavoro del medico, riducendo il disagio, aumentando le retribuzioni, garantendo certezza attuativa al contratto di lavoro scommettendo sul capitale professionale. E, come accade in tutta Europa - concludono i medici dirigenti -, contrattualizzare nella dipendenza pubblica la formazione medica post laurea".

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