16 Maggio 2022

Anaao Assomed, ultimo appello a Speranza: "Salvare i Pronto soccorso prima che il Ssn chiuda"

L'Associazione medici dirigenti, in una lettera aperta al ministro, chiede di "ripopolare gli ospedali di posti letto e personale e ridare dignità al lavoro di tutti gli operatori"

Di NS
Anaao Assomed, ultimo appello a Speranza: "Salvare i Pronto soccorso prima che il Ssn chiuda"

Un "ultimo appello per salvare i Pronto soccorso", prima che "il Sistema sanitario nazionale chiuda". È il grido di dolore lanciato da Anaao Assomed (Associazione medici dirigenti), in una lettera aperta al ministro della Salute Roberto Speranza. "La Commissione nazionale Emergenza Urgenza Anaao Assomed non intende elencarle per l’ennesima volta le condizioni disumane in cui versano i Pronto soccorso di tutta Italia, disumane per i pazienti e disumane per gli operatori" si denuncia nella missiva al ministro, in cui si ricorda che a settembre scorso la stessa Commissione aveva elaborato un “decalogo” di provvedimenti che si ritenevano necessari per frenare l’emorragia di medici dal Pronto soccorso.

 

Dal documento, sottoposto a Speranza, è scaturito a novembre 2021 il decreto sull’indennità aggiuntiva per medici e infermieri di Pronto soccorso ("provvedimento che però - specifica Anaao Assomed - non ha compreso tutti gli operatori dell’emergenza, non prevedendo tutto il personale del Sistema 118"). L'associazione ribadisce nella lettera odierna che il decreto "ha rappresentato sicuramente il riconoscimento della peculiarità, complessità e difficoltà del lavoro sull’Emergenza (nella speranza che ci si ricordi anche del 118). Ma in concreto sarà quasi un’elemosina nelle tasche degli operatori".

 

Un problema, quello legato alla situazione critica della medicina di emergenza, sempre più all'attenzione del dibattito pubblico, tanto che il ministro Speranza affronta il tema oggi in un'intervista a La Repubblica: "Senza dubbio il lavoro nell’emergenza è spesso estenuante. Noi abbiamo fatto un primo passo stanziando 90 milioni e istituendo una nuova indennità specifica per chi lavora al pronto soccorso. Sono prime risorse, cercheremo di trovarne altre ma si tratta di un segnale" sono le parole di Speranza. Il ministro, inoltre, rimarca che il Pnrr avrà un ruolo decisivo anche per i pronto soccorso, grazie ai circa 7 miliardi destinati all’assistenza territoriale, "irrobustendo la rete che fa schermo al pronto soccorso, perché prende in carico i pazienti prima che finiscano in ospedale".

 

Ma, per Anaao Assomed, non c'è tempo da perdere, in quanto "la situazione di tutti i Ps si è ulteriormente aggravata, proprio quando si stava allentando la pressione del Covid sugli ospedali", si legge sempre nella lettera aperta a Speranza, così come "quella del Sistema 118, che è in condizioni di estrema criticità perché paga non solo le gravissime carenze di personale, ma anche assetti organizzativi frammentati e spesso improbabili. A testimoniare che il problema è antico, che il problema, i tanti problemi dell’emergenze non sono stati affatto affrontati". Questo - rileva l'associazione - sta portando al gesto estremo degli operatori: "dimettersi".

 

Il sindacato, inoltre, riconosce che il "grosso degli investimenti previsti con il Pnrr andrà per rinforzare la sanità sul territorio", ma avverte nello stesso tempo che il "rinforzo del territorio ha bisogno di tempo" e perciò la pressione sui Ps, sull’intero sistema dell’emergenza, "non potrà cessare a breve". Secondo l'associazione sindacale, di conseguenza, a "breve è necessario 'ripopolare' gli ospedali, di posti letto e di personale", nonché "dare dignità al lavoro degli operatori (tutti) riconoscendo un tangibile e stabile incremento economico" e "alleviare i pesanti turni degli operatori riconoscendo riposi compensativi aggiuntivi, come accade per molti altri lavoratori".

 

Altre richieste di Anaao Assomed, nell'immediato, sono quelle di riconoscere che lavorare nell’emergenza–urgenza sia un lavoro usurante, di allargare la piattaforma formativa consentendo anche agli ospedali di essere luogo per la formazione di specialisti, di concerto con le università e infine un’ulteriore revisione della giurisprudenza che tuteli il delicato lavoro di chi opera nell’emergenza–urgenza. "A breve però, non in un tempo indefinito riempito solo di promesse" è il messaggio che arriva, forte e chiaro, dall'Associazione medici dirigenti.

 


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