Covid, Locatelli: "Può ancora far male, vaccino agli over 60"

Il presidente del Consiglio superiore di sanità: "Contagi in salita a causa di Omicron 5 e l'abbandono delle precauzioni, ma si va verso l'endemizzazione"
di NS
Un'estate con la curva dei contagi in salita, in questi quasi 3 anni di pandemia da Covid-19, non l'avevamo ancora vissuta. Il Covid dimostra di poter ancora far male, ma le restrizioni non torneranno, al massimo bisognerà mantenere qualche precauzione ancora a lungo. E vaccinare, vaccinare ancora, almeno le persone dai 60 anni in su. Ne è convinto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che in una intervista a Repubblica individua innanzitutto i motivi della ripresa del contagio.
Per prima cosa "abbiamo delle varianti con indici di contagiosità altissimi, a livello del morbillo, come Omicron 4 e 5 che oggi rappresentano già abbondantemente più del 50% dei ceppi virali identificati nel Paese". Il secondo fattore invece "nasce dall'abbandono di gran parte delle misure non farmacologiche di contenimento" Che però, spiega, era fisiologico: "Ora deve entrare in gioco la responsabilità individuale. Le mascherine vanno usate quando ci sono rischi di contagio".
Locatelli dice la sua anche sulla questione altrettanto dibattuta ultimamente dell'obbligo di isolamento: secondo l'esperto, il fatto che le manifestazioni cliniche siano meno gravi "non significa che non ci possa essere un numero rilevante di ricoveri, che non a caso adesso sono saliti sopra i 5mila, oltre a un certo numero di morti. Siamo a più di 30mila decessi dall'inizio dell'anno. Alla luce di questi dati e dell'elevata circolazione virale - sottolinea -, ritengo che i contagiati debbano rimanere a casa. Anche perchè è evidente che i numeri sono sottostimati".
Vero però, spiega il presidente del Css, è che "ci stiamo avviando verso l'endemizzazione, lo dico da tempo. Ma stiamo attenti a non sottovalutare questa fase. Il virus può continuare a fare male". Motivo per cui il vaccino, a settembre, "lo offrirei, oltre ai fragili, a chi ha dai 60 anni in su. Da quell'età c'è un maggiore rischio di sviluppare una malattia grave".