"La quarta dose ha fallito". Il verdetto della Società italiana d'Igiene

Il presidente Ferro: "La percezione del rischio è venuta a mancare e non è stata fatta un'adeguata comunicazione". Le ultime varianti? "Più permeabili a vaccini e nuove terapie"
di NS
La quarta dose di vaccinazione contro il Covid 19 ha rappresentato un fallimento nei soggetti fragili. E' il j'accuse della Società Italiana d'Igiene. Un verdetto che arriva nelle ore in cui anche il Governo punta a correre ai ripari. Tant'è che è attesa a stretto giro una decisione del ministero della Salute per gli over 60, come ha spiegato stamani il consigliere di Speranza, Walter Ricciardi. La Società italiana d'Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (SItI) ha fatto il punto della situazione sulle nuove varianti, rispetto alle quali i vaccini e le nuove terapie sembrano inefficaci. Il messaggio che arriva dalla SItI è di non abbassare la guardia in vista dell'autunno.
La situazione epidemiologica della pandemia da Covid 19 è tutt'altro che finita. L'Italia, infatti, proprio in queste settimane, è alle prese con un vero e proprio "boom" di contagi, determinati da Omicron 5 e dalle sue varianti, sottolineano dalla SItI. Non senza insistere sulla necessità di mantenere alta la guardia, anche a seguito dell'aumento dei soggetti ricoverati.
Un'attenzione che dev'essere mantenuta, da parte degli operatori, sui sistemi di sorveglianza epidemiologica e virologica senza smantellare le strutture dei Dipartimenti di prevenzione che hanno effettuato contact tracing, vaccinazioni e tutte le altre misure di contrasto al Covid.
 "Il numero dei contagi - sottolinea il presidente Antonio Ferro - e quello dei posti letto negli ospedali mostrano come la pandemia da Covid19 sia tutt'altro che finita. Il fallimento della somministrazione della quarta dose nei soggetti fragili, inoltre, rappresenta un elemento di debolezza, come il fatto che le ultime varianti siano più 'permeabili' non solo ai vaccini, ma anche alle nuove terapie. Ciò che è venuta a mancare, completamente, è stata la percezione del rischio Covid e, inoltre, non è stata fatta un'adeguata campagna di comunicazione sulle categorie interessate".
Gli occhi degli epidemiologi e dei genetisti, che seguono l'andamento del Covid 19 su scala mondiale, sono infatti concentrati su una nuova sotto-variante, da monitorare da vicino, la B.2.75, che per ora non è ancora arrivata in Italia.