13 Luglio 2022

Covid, sono 12 milioni i potenziali vaccinandi. Si punta a 100mila dosi al giorno

Di NS
Covid, sono 12 milioni i potenziali vaccinandi. Si punta a 100mila dosi al giorno
Dopo la raccomandazione al secondo booster per over 60 e persone fragili, riparte la macchina della campagna vaccinale: entro il 22 luglio l'elenco degli hub

di NS

Sono 12 milioni i cittadini italiani potenzialmente interessati dalla nuova raccomandazione del ministero della Salute a sottoporsi al secondo booster di vaccino anti-Covid, ovvero gli over 60 e tutti i maggiori di 12 anni con fragilità. A questo numero si dovranno sottrarre quelli immunizzati dal contagio, ma la nuova campagna di vaccinazione dovrà comunque procedere svelta, a un ritmo di 100mila dosi al giorno. Per raggiungere il target fissato, però, c'è bisogno che le Regioni si mobilitino in fretta, e che venga predisposta una adeguata campagna informativa, anche in virtù del fatto che il secondo richiamo rimane comunque non obbligatorio.

E' quanto spiega il generale Tommaso Petroni, direttore dell'Unità di completamento della campagna vaccinale, nella lettera fatta recapitare oggi alle Regioni e alle Province autonome e contenente le linee di indirizzo della nuova campagna di richiamo. Una campagna che, spiega, "si inserisce in un quadro normativo diverso da quello emergenziale e sarà incentrata sui vaccini a mRNA standard".

Petrone ricorda che "le evidenze scientifiche recepite dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità raccomandano fortemente l'adesione alla campagna di richiamo che, tuttavia, rimane su base volontaria".

Il generale Petrone inoltre spiega che l'approvvigionamento di vaccini, di kit di somministrazione e la loro distribuzione saranno a carico dell'Unità da lui presieduta, mentre le Regioni dovranno occuparsi della somministrazione dei vaccini attraverso hub appositi, strutture sanitarie stabili, medici di medicina generale, farmacie e altro in funzione della popolazione target da sottoporre a vaccinazione.

Rispetto alla campagna di immunizzazione durante lo stato di emergenza, che è stata incentrata sulla disponibilità di grandi hub vaccinali e solo in seguito ha visto il coinvolgimento dei medici di medicina generale e delle farmacie, oggi "si può configurare, da subito, un modello misto di somministrazioni, in cui gli hub vaccinali potrebbero essere previsti a livello provinciale in numero crescente in funzione della popolazione residente (solo a titolo di esempio: uno ogni 50mila abitanti), integrati da altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali tipo presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie".

Secondo il generale Petroni infatti, "in uno scenario epidemiologico caratterizzato da una immunizzazione della popolazione fortemente diversificato, risultato in moltissimi casi da vaccinazioni e pregressa infezione, il coinvolgimento del medico di medicina generale appare fondamentale per proporre al singolo individuo la schedula più idonea".

Le Regioni avranno tempo fino al 22 luglio per fornire i dati sulle capacità massime di somministrazione, in base alla propria pianificazione, suddivisa per hub e punti di somministrazione - attivi e attivabili - e strutture sanitarie stanziali, da utilizzare quali potenziali stazioni vaccinali.

Altrettanto fondamentale, infine, nella strategia delineata da Petroni informare e convincere i cittadini, una questione su cui ieri si era espresso anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri con Nursind Sanità. Secondo il responsabile dell'Unità vaccinale, c'è bisogno infatti di una "comunicazione focalizzata sulla puntuale e trasparente necessità di una vaccinazione tempestiva e sulla validità dei vaccini nella prevenzione dell'aggravamento e della letalità del contagio". Messaggi per veicolare i quali "sarà fondamentale l'apporto dell'Iss e dell'Aifa".

Leggi il documento inviato alle Regioni

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