13 Luglio 2022

Infermieri, Sileri: "Con la pandemia non più rinviabile l'ok alla libera professione"

Di NS
Infermieri, Sileri: "Con la pandemia non più rinviabile l'ok alla libera professione"
Il sottosegretario alla Salute, autore di un ddl che apre all'intramoenia oltre il perimetro dei medici, dice a Nursind Sanità: "Valorizzazione imprescindibile nel nuovo assetto del sistema"

di Ulisse Spinnato Vega

Consentire anche al personale sanitario diverso dai dirigenti medici o veterinari, dunque agli infermieri in primis, la libera professione intramoenia, in forma singola o associata, fuori dall'orario di servizio: una misura importante, che darebbe efficienza al nostro Ssn e respiro soprattutto all'assistenza territoriale, contribuendo pure ad accorciare le liste d'attesa. Un provvedimento che le categorie interessate chiedono da tempo, ma che appare ancor più cruciale alla luce di quanto accaduto con la pandemia.

Le proposte parlamentari in tal senso non sono mancate, a partire dal disegno di legge depositato già a maggio 2019 da Pierpaolo Sileri, allora presidente della commissione Sanità del Senato per il M5s e oggi transitato in Insieme per il futuro. Il testo del sottosegretario alla Salute non ha mai avviato il suo iter e appare pressochè impossibile che uno sprint dei lavori possa vederlo passare, anche soltanto in una delle due Camere, durante quest'ultimo e tribolato scorcio di legislatura. Tuttavia, il tema è assolutamente centrale in agenda, sia alla luce dei deficit che il sistema sanitario ha poi mostrato in epoca Covid sia in ragione della carenza strutturale di professionisti della salute.

"Dopo questi anni di pandemia la valorizzazione del ruolo dell'infermiere non è più rinviabile – spiega lo stesso Sileri a Nursind Sanità -. La nuova sanità che stiamo ridisegnando grazie ai fondi del Pnrr e all'incremento strutturale del Fondo sanitario nazionale sposta infatti l'asse del sistema italiano sul paziente e sul territorio; la popolazione richiede e richiederà sempre più servizi a bassa intensità di cura, e in questa ottica la figura dell'infermiere assumerà un ruolo centrale". Sileri poi aggiunge: "C'è un vuoto legislativo che va riempito, soprattutto in un momento in cui abbiamo una forte necessità di riammodernare il nostro Servizio sanitario nazionale, nel quale le professioni sanitarie, e gli infermieri in particolare, rappresentano non solo un vantaggio, ma il futuro stesso della sanità".

Il testo Sileri, d'altronde, già nel 2019 chiariva in sede introduttiva che "il ruolo dell'assistenza infermieristica è essenziale in ospedale come sul territorio anche se, cosa che risulta incomprensibile, nel nostro ordinamento solo ad alcuni dipendenti del Servizio sanitario, appartenenti alla dirigenza sanitaria, medica e veterinaria, è consentito esercitare l'opzione libero-professionale intramoenia disciplinata contrattualmente, mentre non è prevista per le professioni sanitarie di cui alla legge 1° febbraio 2006, numero 43". "Eppure la conquista della dimensione di professione autonoma e libera nell'accezione propria delle altre professioni formate con laurea magistrale, che oggi l'infermiere ha, dovrebbe prevedere come suo corollario il suo diritto ad esercitare la libera professione", rincarava la proposta.

"Tali professionisti sono costretti a svolgere funzioni non pertinenti con la loro elevata qualificazione professionale, in tal modo mettendo in serio pericolo il diritto del cittadino ad avere un'assistenza infermieristica di livello adeguato", illustrava Sileri a suo tempo nel testo. Peraltro, "i dati mostrano quanto sia importante istituire la libera professione intramoenia delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, che permetterebbe, specie sul territorio, il potenziamento delle cure primarie di attesa e il controllo del fenomeno troppo diffuso dell'esercizio abusivo della professione, soprattutto infermieristica". Un'emergenza, quella del sommerso, che pesa oggi più che mai.

In effetti, nel 2014 ci aveva provato la Regione Liguria a legiferare autonomamente in tal senso, forzando in qualche modo le prerogative costituzionali degli enti decentrati. Le norme, infatti, erano state subito impugnate dal Governo e poi bocciate l'anno dopo dalla Consulta. Ecco perchè serve una legge nazionale. "Non è infatti pensabile affrontare un futuro nel quale la gran parte delle risorse verranno destinate a malattie croniche senza una valorizzazione del personale infermieristico responsabile della cura e del supporto, sul territorio e nei distretti, ai cittadini: professionisti che con stipendi troppo bassi garantiscono assistenza 24 ore su 24", conclude il sottosegretario alla Salute, la cui proposta prevede tra l'altro di assimilare ai redditi da lavoro dipendente quelli che scaturiscono dall'attività libero-professionale.   

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