Vaccini, l'Europa si muove anche per il vaiolo delle scimmie
Oggi in Italia le prime 5.300 dosi dopo l'accelerazione del virus. E per l'Eurosurveillance la trasmissione avviene anche tramite saliva

Arrivano oggi in Italia le prime consegne di vaccini contro il vaiolo delle scimmie, per l’esattezza 5.300 dosi iniziali. Ad annunciarlo è stata la commissaria Ue per la Salute, Stella Kyriakides, ammettendo la preoccupazione della Commissione per i 6mila casi registrati nell’Unione europea, in aumento del 50% rispetto alla scorsa settimana. La commissaria ha assicurato che attraverso la Health Preparedness and Response Authority (Hera) sono già state acquistate 110mila dosi di vaccino per tutti gli Stati membri, e che altre consegne arriveranno nelle prossime settimane.
Sono oltre 9mila, ad oggi, i casi di monkeypox confermati in 57 diversi Paesi del mondo. E ora uno studio dell’Eurosurveillance, la rivista che fa capo all’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, suggerisce che il vaiolo delle scimmie potrebbe trasmettersi anche tramiti liquidi corporei come la saliva, e non solo tramite lesioni infette, come si è ritenuto finora.
Partendo dall’analisi di sette casi diagnosticati nel Regno Unito tra il 2018 e il 2021, che avevano rivelato il rilevamento prolungato del Dna del virus nei tamponi nasofaringei, nelle urine e nei campioni di sangue, e di quattro casi in Italia ,dall’attuale focolaio in cui il virus era stato rilevato nello sperma, nelle feci e nella saliva, gli studiosi di Eurosurveillance hanno provato a comprendere meglio il possibile ruolo di diversi fluidi corporei nella trasmissione della malattia studiando 12 pazienti a Barcellona.
“È importante sottolineare – spiega l’Eurosurveillance – che il virus è stato rilevato nella saliva di tutti i 12 pazienti studiati e, in alcuni casi, a elevate cariche virali. Inoltre, gli altri campioni clinici testati sono risultati frequentemente positivi al virus: in 11 casi su 12 sono risultati positivi i tamponi rettali, in 10 casi i tamponi nasofaringei, in 9 casi le urine, in 8 casi le feci e in 7 casi lo sperma”.