25 Luglio 2022

Vaiolo delle scimmie, dopo l'allerta Oms cresce la preoccupazione

Sabato l'Organizzazione mondiale della sanità ha decreto l'emergenza globale, ieri 1700 casi nel mondo. L'immunologa Viola: "Bisogna proteggersi, ma i vaccini scarseggiano"

Di NS
Vaiolo delle scimmie, dopo l'allerta Oms cresce la preoccupazione

È scattata ufficialmente l'emergenza vaiolo delle scimmie. In un intervento su La Stampa di oggi, l'immunologa Antonella Viola ricorda che "nonostante sia calato il silenzio mediatico sul vaiolo delle scimmie" da maggio sono stati registrati "circa 17mila casi di positività in luoghi del pianeta in cui il virus non aveva mai circolato prima". E l'Europa non è esente, anzi: "È stata ed è ancora oggi l'epicentro del contagio. Questo significa che non siamo riusciti a contenere i focolai e che ormai il virus si è diffuso ben oltre quelle regioni africane in cui finora era rimasta in forma endemica".

Le parole di Viola non sono che la conferma di quanto messo nero su bianco sabato scorso dall'Organizzazione mondiale della sanità, che ha dichiarato ufficialmente il Monkeypox "emergenza sanitaria globale", assegnando al virus il massimo livello di allerta. "Questo significa - aggiunge Viola - anche che d'ora in avanti tutti noi dovremo fare i conti con una nuova infezione, vista l'enorme diffusione globale del virus ormai fuori controllo".

Sempre sabato, subito dopo la comunicazione dell'Oms, il ministero della Salute italiano si era immediatamente attivato: il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, infatti, ha fatto sapere che il Ministero, con una ordinanza apposita, ha già predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi: "La situazione è sotto costante monitoraggio, ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi".

Ieri, però, si è registrato il record di nuovi contagi in un solo giorno, 1700 in tutto il mondo, e l'infettivologo Matteo Bassetti in un post su Facebook ha scritto che "è urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi" alle fasce di popolazione più esposte, ovvero "maschi, tra i 20 e i 40 anni che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto". Il problema semmai, come sottolinea Viola, è che "la distribuzione del vaccino al momento scarseggia". L'Unione europa ha acquistato a oggi 163mila dosi dall’azienda Bavarian Nordic per la popolazione europea. 

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