Covid, la scuola si avvicina: l'urgenza è l'aerazione dei locali
Una survey della Fondazione Gimbe mette in luce il tallone d'Achille delle classi: "Senza un'adeguata ventilazione, difficile pensare di togliere le mascherine"

Per limitare la circolazione del virus nelle scuole è prioritario migliorare la qualità dell’aria per evitare di affidarsi ancora una volta alla mera accoppiata protocollo “finestre aperte” e mascherine Ffp2. Un aspetto ribadito dall’Oms Europa che ha recentemente definito i cinque “stabilizzatori della pandemia” per la prossima stagione autunno-inverno, di cui uno è proprio “ventilare gli spazi pubblici e affollati (come scuole, uffici e trasporti pubblici)”.
È quello che emerge da una survey effettuata dalla Fondazione Gimbe insieme all’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp) per valutare la persistenza del rischio di contagio da Covid-19 in vista della riapertura del nuovo anno scolastico a settembre, che ha mostrato come la risposta delle scuole all’emergenza Covid sia stata buona, nella maggior parte dei casi, ma che il limite principale riguarda proprio la ventilazione delle aule.
“Considerata l’indisponibilità di dati sistematici sul reale livello di implementazione delle principali misure di contenimento della pandemia nelle scuole italiane, abbiamo lanciato una survey per disporre di dati oggettivi”, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. La survey, effettuata nel mese di maggio, ha riguardato 361 dirigenti scolastici di 649 scuole suddivise in infanzia (163), primaria (183), secondaria di primo grado (186), secondaria di secondo grado (111), Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (6) rappresentative di tutte le Regioni italiane.
Vaccinazioni. Il 46,8% delle scuole ha realizzato attività di informazione sulla campagna vaccinale anti-Covid 19 rivolte ad alunni e genitori, il 21,5% ha coinvolto esclusivamente gli alunni. Solo meno di un terzo delle scuole (31,7%) non ha effettuato alcuna promozione ulteriore della campagna vaccinale degli alunni rispetto a quella del Ministero dell’istruzione. Le Asl hanno effettuato vaccinazioni nei locali scolastici solo nell’11,9% dei casi.
Testing. Il 20,3% delle scuole ha partecipato alla campagna di testing delle “scuole sentinella” destinato alle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre 12 istituzioni scolastiche (5,9%) dichiarano che, pur essendo state selezionate e avendo dato la propria disponibilità, la campagna non è mai stata avviata dagli organi competenti.
Tracciamento e quarantene. Le classi sono state sottoposte a tracciamento e i provvedimenti di quarantena sono stati emanati nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa in circa due terzi dei casi (63,3%). Il mancato rispetto delle tempistiche è imputabile solo nel 4,5% per un ritardo da parte della scuola nella segnalazione all’ASL, mentre nel 32,2% dei casi il ritardo riguardava l’attivazione delle procedure di competenza dell’ASL. “Questo dato – rileva Cartabellotta –conferma quanto la carenza di personale sanitario nei servizi epidemiologici delle ASL continua a rappresentare un problema irrisolto”.
Misurazione della temperatura corporea. Ben il 96,5 % delle scuole ha acquistato dispositivi (termometri digitali e/o termoscanner) per la rilevazione della temperatura corporea, ma la misurazione della temperatura per gli alunni che accedono alla scuola nel 39,7% dei casi è stata demandata alle famiglie e nel 31,6% non è stata effettuata. “Un dato – commenta Giannelli – che attesta la carenza di personale dedicato nelle scuole per attuare queste misure”.
Mascherine. Nell’83% dei casi la struttura commissariale ha garantito tempestivamente la fornitura delle mascherine rispetto all’entrata in vigore delle relative normative, ma il 76,2% dei rispondenti ne ha ricevute in quantità superiori al necessario. Nell’88,4% dei casi le scuole ritengono di aver acquistato un quantitativo adeguato di mascherine Ffp2 per le classi in regime di auto-sorveglianza. Le Ffp2 sono state indossate da tutti gli alunni e per tutta la durata prevista nella quasi totalità dei casi (97,4%)
Distanziamento. In due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali aula-dipendenti nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% possibile, ma non in tutte le classi. Le modifiche strutturali o organizzative implementate per adempiere agli obblighi del distanziamento hanno riguardato in larga misura la riconversione degli spazi comuni, in misura minore, l’utilizzo di cortili e di strutture extra-scolastiche; altre modifiche che hanno riguardato principalmente interventi strutturali e/o riprogrammazione dell’orario scolastico.
Igiene delle mani. Gli interventi per garantire una corretta igienizzazione delle mani da parte di personale scolastico e alunni sono stati implementati in maniera ottimale: disponibilità di dispenser negli spazi appropriati (98,7%), procedure standardizzate (92,9%), interventi formativi per personale scolastico e alunni (91,6%).
Igiene delle superfici. Per garantire l’igienizzazione delle superfici, solo nel 39,9% dei casi è stato utilizzato nuovo personale (assunzioni o outsourcing); l’acquisto di attrezzature e prodotti specifici secondo indicazioni della scuola (98,4%) e l’utilizzo di procedure standardizzate (96,5%) sono stati di fatto implementati quasi ovunque secondo le indicazioni ministeriali che hanno finalizzato in tal senso l’impiego delle risorse. Le sanificazioni di superfici con detersivi e/o igienizzanti liquidi hanno continuato ad essere effettuate nell’89,7% dei casi.
Ventilazione e aerazione dei locali. Per migliorare ventilazione e aerazione dei locali ci si è affidati prevalentemente al protocollo “finestre aperte” (285 scuole), in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria (84) e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle ASL, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l’areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche.
“L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione dei locali - commenta Antonello Giannelli, presidente Anp - è il vero tallone d’Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine”. In tal senso, continua Cartabellotta “la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell’aria, per il quale ci si continua ad affidare prevalentemente al protocollo ‘finestre aperte’”.