Contratto sanità, "Niente ritardi con la crisi di governo e il voto anticipato"
Il presidente Aran, Antonio Naddeo, a Nursind Sanità rassicura: "Il via libera in Cdm è ordinaria amministrazione". Sulla dirigenza medica: "Atto di indirizzo forse pronto prima delle elezioni"

Gli infermieri e gli altri dipendenti del comparto sanità aspettano con ansia di vedere finalmente gli aumenti in busta paga, a partire dalla tanto sbandierata e discussa indennità di specificità. Per il perfezionamento del rinnovo del contratto ci vorrà ancora qualche mese, ma la crisi di governo e le elezioni anticipate non dovrebbero incidere sui tempi.
La pre-intesa tra Aran e sindacati era stata firmata il 15 giugno scorso e da quel momento è partito l’iter attraverso gli organi di controllo che condurrà l’accordo fino al via libera definitivo del Consiglio dei ministri. Dopo l’ok del Comitato di settore, e dunque delle Regioni, dalla stessa Aran rassicurano adesso che sono stati forniti tutti i chiarimenti richiesti dalla Ragioneria dello Stato. "Siamo ancora in tempi ragionevoli, ma forse potremmo addirittura accelerare. Il ministro Brunetta probabilmente chiederà al dicastero dell’Economia di dare i pareri entro settembre", spiegano a Nursind Sanità fonti qualificate dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale.
Il presidente Antonio Naddeo in persona, interpellato dla nostro giornale, sgombra poi il campo: "L’approvazione del contratto in Consiglio dei ministri è ordinaria amministrazione, la crisi e il voto anticipato non influiscono". Certo, si sa che il vaglio della Ragioneria è sempre particolarmente occhiuto. A valle, poi, la Corte dei conti avrà 15 giorni di tempo per il suo benestare. Se si prendesse a esempio il timing delle Funzioni centrali, il contratto dei sanitari dovrebbe approdare in Cdm a fine anno. Ma all’Aran sono fiduciosi che stavolta si possa far prima.
Sul fronte della dirigenza medica, invece, le Regioni stanno lavorando all’atto di indirizzo che poi deve essere approvato dalla Funzione pubblica e dal ministero dell’Economia. "Pure quello potrebbe arrivare prima delle elezioni - chiosa Naddeo -. Certo, poi si potrebbe decidere di aspettare il nuovo governo. In ogni caso, i medici molto probabilmente saranno i primi a rinnovare in seno alla dirigenza".
A questo punto il vero timore è un altro ed è tutto legato alla contingenza economica. Il rischio è che gli aumenti vengano mangiati dall’inflazione galoppante prima ancora di arrivare nelle tasche dei sanitari. La materia è ormai incandescente, ma con il contratto già chiuso il nodo si potrà affrontare e sciogliere soltanto con il prossimo rinnovo per il triennio 2022-2024.
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