14 Settembre 2022

Covid, Pregliasco: "Il vaccino va fatto ora. E' un'opportunità anche per i più giovani"

Il virologo a Nursind Sanità: "Nemmeno i guariti hanno una piena garanzia dopo quattro o sei mesi". Sulla variante indiana Centauro: "Più contagiosa del 35%, presto potrebbe essere dominante"

Di Ulisse Spinnato Vega
Covid, Pregliasco: "Il vaccino va fatto ora. E' un'opportunità anche per i più giovani"

Il caos generato dalla sovrapposizione di vaccini vecchi e aggiornati, l’incognita della partecipazione alla campagna di immunizzazione da parte dei giovani non a rischio, ma anche il caso dei guariti che lamentano danni dai preparati anti-Covid e le prospettive della prossima stagione fredda. Interpellato da Nursind Sanità, il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, non ha dubbi: “Il vaccino va fatto ora, non possiamo avere l’approccio di chi insegue l’ultimo telefonino”.

Professore, eppure mancano appena due o tre settimane all’arrivo dei bivalenti aggiornati a Ba.4 e Ba.5, che sono stati da poco approvati dall’Ema.
È essenziale rinforzare subito le difese immunitarie. Nemmeno i guariti hanno una piena garanzia, dopo quattro o sei mesi, di fronte alle nuove varianti. Anche i vaccini attuali garantiscono una protezione cross-reattiva.

A proposito di guariti: in molti hanno denunciato problemi provocati proprio dai preparati anti-Covid, alcuni studi confermerebbero una risposta anticorpale eccessiva e persino dal ministero della Salute tengono gli occhi aperti sulla questione.
Bisogna sempre fare attenzione alle nuove evidenze via via che andiamo avanti. Ad oggi l’indicazione è di portare avanti la campagna di vaccinazione, probabilmente in futuro avremo un approccio meno stringente con tempistiche annuali di richiamo.

Oltre al rallentamento delle immunizzazioni a causa della sovrapposizione di vaccini diversi, si pone il problema delle categorie non a rischio, per le quali il messaggio delle autorità non è stato chiaro. Devono vaccinarsi o no?
La circolare del ministero si concentra soprattutto sulle fasce più fragili e su categorie come il personale sanitario. In ogni caso, per gli altri la quarta dose è un’opportunità da sfruttare, tenendo sempre in conto gli aspetti organizzativi e la quantità di fiale da somministrare.

Appunto, pare ci siano 50 milioni di dosi in scadenza o non aggiornate che rischiano di essere buttate, comprese quelle inutilizzate in Africa. Si calcolano 2 miliardi di euro in fumo.
Certamente, vanno smaltite il più possibile. Comunque non parlerei di scandalo: in qualsiasi campagna vaccinale c’è un acquisto di dosi che per tanti motivi non vengono somministrate. La stessa cosa capita con i farmaci di urgenza che poi non si usano. È una fisiologica esigenza organizzativa.

Cresce anche l’allarme influenza. Perché dovrebbe essere così preoccupante quest’inverno?
Abbiamo visto una stagione influenzale vivacissima in Australia. Dopo due anni di scarsa circolazione a causa del Covid e dell’ampio uso di dispositivi di protezione, adesso molte persone sono naturalmente più esposte ai normali virus invernali.    

Dobbiamo preoccuparci della variante indiana Centauro, che poi è la sub variante Omicron Ba.2.75?
È più contagiosa del 35%, d’altronde si tratta della continua evoluzione del virus. Tuttavia per ora non sembra essere particolarmente devastante.

Potrebbe diventare predominante da noi nel prossimo inverno, mentre ancora ci vacciniamo per Omicron 4 e 5?
È possibile.


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