Fuoco di Sant'Antonio: il virus strisciante colpisce 150mila italiani l'anno
Subdolo e sottovalutato, l'Herpes zoster scaturisce dalla varicella e può restare latente per decenni prima di manifestarsi con complicanze anche gravi. Vaccinazione ferma intorno al 5%

Una spesa alta per il sistema sanitario e un livello di vaccinazione basso, troppo basso. L’Herpes zoster, il cui sintomo più noto è l'eruzione cutanea conosciuta come Fuoco di Sant’Antonio, è un male subdolo e del tutto sottovalutato. Eppure ogni anno 150mila italiani lo contraggono e costa oltre 40 milioni di euro tra 28 milioni circa di costi diretti, per metà legati ai ricoveri connessi a complicanze, e 13 milioni di costi indiretti. Si stima, infatti, che circa un terzo degli adulti sia a rischio di sviluppare l’infezione generata dalla riattivazione del virus della varicella avuta da piccoli, virus che resta latente a livello di sistema nervoso. La gravità della malattia cresce con l’avanzare dell’età, per colpa di difese immunitarie più deboli e della presenza di altre malattie croniche.
Attualmente, la copertura vaccinale è ferma intorno al 5%, nonostante un obiettivo nazionale fissato al 50%. Dunque, c’è ancora tanta strada da fare. L’immunizzazione è stata resa gratuita per chiamata attiva con i Lea del 2017, tuttavia la sua diffusione al momento è palesemente inadeguata. Eppure l’iniezione è offerta senza costi non solo agli over 65, ma anche ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, broncopneumopatia cronica ostruttiva, asma e a quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Un vero peccato, dato che la vaccinazione contro l'Herpes zoster è in grado di ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia post-erpetica e di circa il 50% tutti i casi clinici.
La riattivazione del virus, come accennato, può avvenire in qualunque momento, anche a distanza di decenni. Il Fuoco di Sant’Antonio, infatti, si muove lungo i nervi raggiungendo poi la cute e comportando le tipiche eruzioni cutanee e il dolore che caratterizza la malattia. Il virus può manifestarsi in qualunque parte del corpo, ma prende di mira soprattutto addome e torace, mentre alcune volte si scatena sul viso e nel nervo ottico. Un caso recente e celebre è quello della popstar Justin Bieber: il cantante ha dovuto sospendere il suo tour per combattere una paresi facciale causata dalla sindrome di Ramsay Hunt, patologia neurologica che può svilupparsi in seguito a un'infezione da Herpes zoster.
Tra le complicanze, la già citata nevralgia post-erpetica si presenta in circa il 25% dei pazienti con un dolore in molti casi talmente forte e invalidante da comportare una perdita stabile di indipendenza. Le conseguenze sono pesanti, quindi, non solo a carico del paziente, ma anche dei familiari, generando un aumento dei ricoveri e la necessità di assistenza a lungo termine. Prima dell’eruzione cutanea, che in modo peculiare colpisce solo metà del corpo, il Fuoco di Sant’Antonio presenta normalmente mal di testa, stanchezza, malessere diffuso e prurito. Solo successivamente arrivano le vescicole piene di liquido che si trasformano in croste, l’infezione agli occhi e la stessa nevralgia post-erpetica.
Non esiste un portatore sano del virus. Nella fase acuta si fa ricorso ai farmici antivirali che riducono i sintomi e bloccano il peggioramento della malattia. Ma vengono prescritti spesso anche antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi o antidolorifici. Peraltro, secondo diversi esperti, chi ha avuto il Covid è relativamente più esposto al Fuoco di Sant’Antonio. Il vaccino, in ogni caso, è consigliato pure per tutti coloro che ancora non hanno contratto la varicella, minimizzando dunque il rischio di acquisirla in fase adulta.
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