Infermiere scolastico, la Toscana si muove
Intervista a Mariarosa Chiasserini (Nursind): "L'amministrazione regionale ha dato la sua disponibilità a lavorare al progetto e a valutarne la fattibilità economica"

La pandemia ha riportato l'attenzione sulla necessità di un presidio sanitario anche nelle scuole. L'ondata di contagi più violenta appare alle spalle, ma se si vuole imparare dall'esperienza Covid e affrontare le tante esigenze sociosanitarie, attuali e future, i tempi dovrebbero essere maturi per istituire la figura dell'infermiere scolastico.
In attesa di capire come il nuovo Governo e il rinnovato Parlamento intendano muoversi su questo campo, in Toscana la proposta sta prendendo piede. Il Nursind ha avviato un confronto con l'amministrazione regionale per dare corso a una sperimentazione nelle scuole del territorio. Mariarosa Chiasserini, vicecoordinatrice del Nursind Toscana, spiega al nostro giornale l'obiettivo della proposta, sottolineando che "è ora di istituire questo ruolo a livello nazionale".
Ci sono già esperienze sul territorio?
Finora Livorno ha fatto da apripista. Qui, infatti, grazie ad una associazione locale è stata assicurata la presenza di un infermiere in una scuola.
A livello regionale a che punto siamo?
È iniziato un percorso per istituire questa figura. L'amministrazione regionale ha dato la sua disponibilità a lavorare al progetto e a valutarne con un tavolo tecnico la fattibilità soprattutto economica.
Secondo voi chi dovrebbe stanziare le risorse necessarie?
La nostra idea è che i costi siano suddivisi tra il servizio sanitario regionale e gli istituti scolastici. Noi pensiamo che ormai sia ora di istituire questo ruolo a livello nazionale. Tra l’altro, dopo la pandemia notiamo che c'è molta più sensibilità.
Che ruolo in concreto dovrebbe svolgere l'infermiere scolastico?
È una figura necessaria per le famiglie, gli studenti e gli insegnanti perché si farebbe carico delle esigenze di alunni fragili che hanno bisogno di terapie strutturali o in emergenza, come le crisi epilettiche o glicemiche molto diffuse. Inoltre, l'infermiere può monitorare la situazione degli studenti rispetto a tanti temi legati alla salute fisica, ma anche psicologica. Penso alle dipendenze, ai fenomeni di bullismo o alla violenza di genere.
In quali scuole sarebbe utile inserirlo?
Crediamo dovrebbe essere presente dall'infanzia alle superiori, sarebbe ipotizzabile un infermiere ogni circa 2mila studenti. Naturalmente dovrà interagire con tutte le altre figure sanitarie come il pediatra, l'assistente sociale, lo psicologo e le associazioni del territorio che si occupano, ad esempio, di assicurare il doposcuola ai ragazzi di famiglie bisognose.