15 Novembre 2022

Vaccini, ancora basse le coperture per i fragili. Il cambio di passo chiesto da Simit e SItI

In un documento tutte le loro proposte operative. Gianni Rezza: "Pronto a giorni il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale"

Di NS
Vaccini, ancora basse le coperture per i fragili. Il cambio di passo chiesto da Simit e SItI

Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le vaccinazioni possono prevenire fino a 3 milioni di morti ogni anno; tuttavia, un numero considerevole di decessi continua a essere causato da malattie infettive prevenibili con vaccinazione, soprattutto tra i soggetti immunocompromessi o fragili.
Le basse coperture vaccinali hanno indotto la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e la Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica (SItI), con il contributo di altre società scientifiche, ad avanzare nuove soluzioni con il Documento intersocietario "Proposte operative per la vaccinazione dei soggetti adulti fragili/immunocompromessi" che è stato presentato oggi al ministero della Salute.

Intanto anche il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale è quasi pronto, come ha annunciato il direttore generale della Prevenzione del Ministero, Gianni Rezza, che spera "possa essere approvato entro l'anno": "E' a buon punto – ha detto -, è passato attraverso il vaglio della Commissione nazionale vaccini", passaggio dopo il quale è stato revisionato, ma "appena pronto, una questione ormai di giorni, potrà essere inviato, se il ministro lo riterrà opportuno, alla Conferenza Stato-Regioni". Questi gli step che attendono il nuovo Pnpv. Ma Rezza ha anche spiegato alcune novità del Piano che tanto per cominciare "prevede un calendario che potrà essere aggiornato ogni anno", diversamente da quello attuale che è pluriennale. Inoltre, "enfasi verrà data non solo alle vaccinazioni dell'infanzia, ma anche a quella nelle età superiori della vita".

Ma torniamo al documento Simit-SItI. Come ha spiegato Giovanni Gabutti, coordinatore del gruppo 'Vaccini e Politiche Vaccinali' della SItI, "le vaccinazioni rappresentano un presidio fondamentale per la prevenzione primaria, hanno permesso di conseguire risultati eccezionali nel ridurre morbosità e mortalità di molte malattie infettive e sono una priorità per la sanità pubblica". Tuttavia, la possibilità concreta di arruolare i soggetti fragili/immunodepressi "nei percorsi vaccinali ad oggi esistenti non è ottimale". Conclusione? E' "urgente incrementare le coperture vaccinali" per questi soggetti "e più in generale dell'adulto/anziano per garantire un invecchiamento in buona salute".


Nonostante le chiare indicazioni del Pnpv, l'arruolamento dei pazienti fragili nelle vaccinazioni, infatti, è rimasto limitato e restano bassi i tassi di copertura vaccinale per infezioni come Herpes Zoster, pneumococco, meningococco: le cause sono da rintracciarsi in un'offerta vaccinale definita per età e non per rischio, nelle difficoltà dei Dipartimenti di prevenzione territoriali ad arruolare i soggetti fragili/immunodepressi, in una medicina specialistica orientata principalmente al trattamento.

Con il Documento le società scientifiche hanno portato all'attenzione dei decisori nazionali e regionali la necessità di rendere operative le indicazioni del Piano vaccinale e hanno, come detto, avanzato alcune proposte affinché venga colta l'esigenza di creare percorsi vaccinali dedicati ai pazienti fragili/immunodepressi. "Per migliorare il tasso di vaccinazione contro gravi infezioni come Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, occorrono azioni mirate – ha spiegato Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit -, volte a favorire nuovi percorsi di vaccinazione più vicini ai luoghi dove i pazienti afferiscono per la cura delle loro patologie, come ospedali, ambulatori specialistici o di medicina generale, Rsa". In particolare, "si può rivelare fondamentale l'ampliamento degli accordi con i medici di medicina generale verso tutte le vaccinazioni raccomandate per l'adulto fragile/immunocompromesso, poiché il Mmg è consapevole delle caratteristiche del paziente e delle specifiche esigenze che questi può avere in merito a ciascuna vaccinazione, e potrebbe somministrarle insieme a quella contro l'influenza o programmarle in successive scadenze".

 

Ma come si può favorire questo processo? Secondo Andreoni, "è indispensabile il superamento di alcune barriere, come l'approvvigionamento dei vaccini da parte di ospedali, Rsa, ambulatori; il loro accesso all'Anagrafe vaccinale; una dotazione delle misure e degli strumenti necessari per collaborare con i Dipartimenti di prevenzione. Inoltre, è necessario il superamento dei limiti organizzativi e burocratici nella fornitura dei vaccini. A completare la strategia d'azione può intervenire anche un richiamo dell'attenzione degli specialisti sulle vaccinazioni da raccomandare ai propri pazienti".