Mancano 4mila medici. L'emergenza-urgenza lancia l'Sos e Schillaci risponde
Il ministro riceve una delegazione Simeu scesa in piazza a Roma questa mattina per denunciare la situazione critica

Stamattina la manifestazione davanti al ministero della Salute e oggi pomeriggio l’incontro al dicastero di Lungotevere Ripa. Una delegazione dei medici e infermieri dell’emergenza-urgenza-Simeu, guidata dal presidente nazionale Fabio De Iaco è stata ricevuta dal ministro Orazio Schillaci. "Un momento preliminare", lo ha definito il numero uno Simeu, "nel corso del quale sono state messe sul tavolo le problematiche dell’emergenza urgenza, a partire dalla più immediate, quali la necessità di inserire risorse umane negli organici dei Pronto soccorso e dei 118 e di collocare in organico specializzandi italiani secondo nuove regole".
La Società italiana della medicina di emergenza-urgenza era scesa in piazza stamani a Roma per tornare a mettere l'accento proprio sulle situazione di crisi dei pronto soccorso e dei 118 italiani che, sottrolineano, "richiederebbe provvedimenti urgenti mirati ai bisogni reali accompagnati da una visione strutturale nel medio - lungo termine".
I dati parlano chiaro: "Allo stato attuale - evidenzia la Simeu - la mancanza di medici dirigenti nelle strutture di Meu italiane è stimata a circa 5000 unità. Preso a riferimento 100 il numero di medici previsti per il buon funzionamento dei servizi, spiegano, il 58% sono dirigenti medici (dipendenti del SSN) al momento in servizio. Il restante 42% rappresenta la carenza complessiva dei dirigenti medici. Circa 1/4 di questi sono sostituiti da medici non dipendenti dal SSN con tipologie di rapporto "atipico" (liberi professionisti, medici di continuità assistenziale, medici dell’emergenza territoriale, medici non specialisti forniti da Agenzie di Servizi "Cooperative"). I restanti 3/4 dei professionisti mancanti restano allo stato attuale di fatto non sostituiti, provocando quindi quel significativo incremento del carico di lavoro sui medici in servizio anche rispetto alla necessità di copertura dei turni”. Semplificando, "mancano di fatto 3 medici su 10 - ingaggio cooperative comprese".
La situazione dei Pronto soccorso viene da tempo denunciata dagli operatorio sanitari: "Rispetto ai 20 milioni di accessi annui in pronto soccorso - sottolinea ancora Simeu - 16.400.000 (82%) pazienti vengono gestiti in Pronto soccorso e dimessi a domicilio entro 48h dall’accesso nonostante le condizioni estreme descritte dai precedenti numeri; 2.800.000 (14%) pazienti vengono ricoverati in reparti ospedalieri, con un tempo di attesa del posto letto (boarding) che è molto variabile localmente, ma che a livello generale certamente non corrisponde alle 6 ore previste dagli standard internazionali, poiché più del 50% dei pazienti urgenti è costretto ad aspettare non meno di 9 ore. Questo valore medio naturalmente è generato da situazioni virtuose riscontrabili per fortuna in alcuni Ps italiani al momento del rilevamento. In molti contesti locali la media di attesa è molto superiore, giungendo a non meno di 3 giorni".
Sono 800mila (4%) i pazienti che "permangono in Pronto soccorso per periodi superiori alle 48 ore (300mila di essi più di 72 ore) per poi essere dimessi. Si tratta di pazienti che vengono gestiti in maniera "impropria" dal personale dei Pronto Soccorso che non dovrebbe più averli in carico dopo aver terminato la valutazione e averne identificato il percorso di soluzione. Si tratta di condizioni cliniche e assistenziali che non trovano risposte né a livello territoriale né a livello ospedaliero, a volte neanche famigliare".
Dopo l’incontro con Schillaci, Simeu si dice soddisfatta per essere stata "riconosciuta quale interlocutore di riferimento per il settore dell’emergenza-urgenza e il ministro – concludono - ha dichiarato il suo impegno ad iniziare una collaborazione tecnica".