"La tutela della salute torni di competenza statale". In un disegno di legge la risposta del M5s all'autonomia differenziata
Il ddl, presentato in Senato dalla senatrice Elisa Pirro, punta a modificare l'articolo 117 della Costituzione: "Ripartire da qui per rifondare la sanità"

Riportare la tutela della salute tra le competenze esclusive dello Stato. È la risposta del Movimento cinque stelle alle iniziative del Governo, e nello specifico del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, che proprio in questi giorni ha avviato la discussione con le Regioni per l’autonomia differenziata.
Il disegno di legge è stato depositato al Senato dalla senatrice Elisa Pirro che a Nursind Sanità spiega: "Chiediamo che la tutela della Salute non sia più materia a legislazione concorrente ma esclusiva dello Stato: pensiamo che le Regioni debbano avere competenze gestionali ma non la facoltà di decidere cosa fare nel dettaglio".
Nel dettaglio, il disegno di legge - che nella scorsa legislatura era stato già presentato dalla senatrice Paola Taverna - è molto asciutto: la tutela della salute passerebbe dal terzo al secondo comma dell’articolo 117. Un piccolo cambiamento con enormi ricadute.
“Bisogna rispettare esigenze di eguaglianza per tutto il Paese – sottolineala senatrice pentastellata -. Sappiamo benissimo che le differenze che ci sono in sanità non sono comparse all’improvviso quando c’è stata la modifica del Titolo V, ma esistono delle inefficienze in alcune regioni che arrivano da lontano e hanno delle cause più complesse. Però secondo noi questo dev’essere uno dei punti da cui ripartire per cercare di riformare la sanità”.
Nonostante l’articolo 32 della Costituzione tuteli la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, è sotto gli occhi di tutti che in questi anni si è andata delineando sempre più un’Italia a macchia di leopardo con profonde differenze tra regioni e anche all’interno delle regioni nell’erogazione di alcune prestazioni sanitarie. Una situazione che per il partito guidato da Giuseppe Conte richiede un cambio radicale.
“È evidente a tutti che ci sono disparità di trattamento tra una regione e l’altra – spiega Pirro -. Ci sono regioni che erogano oltre l’80% dei Lea, che per altro dovrebbero essere obbligatori ovunque, e altre regioni che sono al di sotto del 60%. Quando si parla di salute sono differenze inaccettabili. La sanità non può essere una questione lasciata alla discrezionalità delle regioni. I margini che hanno per decidere cosa fare e cosa non fare sono troppo ampi”.
La proposta è naturalmente fumo negli occhi per la Lega, che insiste invece sull’autonomia differenziata nonostante vi sia la netta opposizione soprattutto di alcuni governatori del Sud. Nella bozza di lavoro di Calderoli la strada indicata è esattamente opposta a quella individuata dal M5s. La salute, infatti, è nell’elenco di materie che può essere demandata in toto alle Regioni, riconoscendo una più forte autonomia in materia. A complicare le cose c’è l’idea, rilanciata dal ministro leghista, che in prima applicazione, per quanto riguarda l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali si utilizzi il criterio della spesa storica in attesa di provvedimenti specifici sui costi e fabbisogni standard.
“Questa riforma è sicuramente incostituzionale se non agganciata a una chiara definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) - continua Pirro -. Ci sono già una serie di norme che prevedono che la ripartizione delle risorse non si può basare sulla spesa storica ma sui Lep e quindi si devono stabilire dei criteri e dei servizi che devono essere erogati imprescindibilmente in qualunque zona del nostro Paese. Sono 20 anni che stiamo aspettando che vengano stabiliti questi Lep e ancora non ce n’è ombra. Si parla di cifre molto alte per poterli garantire in tutto il Paese. Noi non abbiamo nulla contro l’autonomia differenziata, ma deve passare per un livello base che va garantito a tutti. Poi possiamo premiare quelle regioni che gestiscono bene le risorse, ma dev’essere un di più”.
Pirro non rinuncia, infine, a una stoccata al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: “Ha sempre detto che anche per Fratelli d’Italia è un problema questa differenza regionale nell’erogazione delle prestazioni. Lui arriva da una regione del sud ed è ben conscio delle differenze. Adesso che fa parte del Governo sia coerente e trovi il modo di dare concretezza ai suoi convincimenti”.