Virus respiratorio sinciziale, sconosciuto a un genitore su due
Eppure colpisce oltre il 90% dei bimbi almeno una volta entro i due anni di vita e più di due piccoli su 100 necessitano di ospedalizzazione. Al via la campagna di sensibilizzazione

La stagione del virus respiratorio sinciziale (Rsv) va di pari passo con la stagione influenzale e si presenta puntuale con l'arrivo dell'autunno. Non tutti i neogenitori però conoscono questo virus. Da una recente indagine di Doxapharma, infatti, è merso proprio come sia noto solo dalla metà di loro (45%), nonostante sia molto alta la sua diffusione tra i bambini: oltre il 90% viene infettato almeno una volta entro i due anni di età.
Proprio in loro aiuto arriva Together Against Rsv, una campagna di sensibilizzazione e di informazione di Sanofi con al suo fianco ben tre società scientifiche - Sip (Società italiana di pediatria), Sin (Società italiana di neonatologia) e SitI (Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica). L’iniziativa è piuttosto articolata e si sviluppa su più fronti: online, sui social network, ma anche sul territorio, grazie a una capillare distribuzione di materiali informativi negli ambulatori pediatrici e nei centri vaccinali. "Purtroppo, vi è ancora poca informazione su questa infezione comune, per questo è importante che i genitori dei bambini più piccoli sappiano come riconoscere questa malattia e agire tempestivamente - osserva Luigi Orfeo, presidente Sin -. Alla comparsa dei primi sintomi, è infatti necessario fare subito una visita pediatrica. Ad oggi, non è ancora disponibile una forma di immunizzazione per prevenire la malattia da Rsv, sebbene tutti i neonati e bambini alla prima stagione abbiano bisogno di protezione da questo virus. E, poiché non esiste nemmeno una terapia specifica, è importante imparare a riconoscere per tempo i segnali della possibile infezione respiratoria da Rsv nel bambino poiché, con le visite pediatriche si può evitare il ricovero in ospedale, che invece è necessario in caso di peggioramento della respirazione".
Il virus respiratorio sinciziale costituisce la causa più comune di bronchiolite - infezione virale che colpisce i bronchi e bronchioli - e polmonite, malattie che possono evolvere in forme gravi richiedendo il ricovero ospedaliero. Tra i bambini colpiti dal virus, più di 1 su 5 ha bisogno di assistenza medica ambulatoriale mentre più di 2 su 100 necessitano di ospedalizzazione, determinando così un importante peso sia sulle strutture sanitarie sia sulle famiglie.
"Lo scorso anno, l'allentamento delle misure anti-Covid ha notevolmente favorito la diffusione del virus respiratorio sinciziale tra tutti i neonati e bambini nel primo anno di vita, tra i quali abbiamo registrato casi purtroppo molto numerosi e seri di bronchioliti. Non dobbiamo abbassare la guardia, ma puntare sulla prevenzione - evidenzia Annamaria Staiano, presidente Sip -. Per questo, è necessario aumentare la consapevolezza sull'Rsv tra tutti i genitori, per far sì che tengano presenti le precauzioni standard che possono favorire la protezione di tutti i neonati e bambini dall'Rsv: il lavaggio delle mani, l'utilizzo di fazzoletti monouso, l'uso di mascherine se si è raffreddati e si deve accudire un bambino piccolo, e soprattutto il distanziamento se c'è un fratellino più grande con sintomi di infezione respiratoria".
"La ricerca sta facendo importanti passi avanti – conclude Giovanni Gabutti, Coordinatore gruppo di lavoro Vaccini e Politiche vaccinali SItI -,ma ad oggi è fondamentale fare informazione e diffondere consapevolezza nei neogenitori. Coinvolgere i centri vaccinali e le strutture di sanità pubblica dove i neogenitori si recano per le prime vaccinazioni, necessarie ai loro piccoli, soprattutto nei primi mesi di vita è un tassello importante. Dobbiamo lavorare tutti insieme - operatori sanitari sul territorio e nelle strutture sanitarie, aziende private e la collettività in senso più ampio - per una comunicazione efficace che permetta di proteggere tutti i neonati e bambini dall'Rsv".
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