Manovra: un miliardo per gli statali come anticipo sul prossimo contratto
La bozza della legge di Bilancio mette sul piatto per il 2023 un emolumento accessorio una tantum da corrispondere in tredici mensilità. Si tratterà comunque di pochi euro in più al mese in busta paga

Circa 2,2 milioni di dipendenti pubblici, tra cui 550mila sanitari, hanno visto da poco rinnovata quantomeno la parte economica del loro contratto per il triennio già scaduto 2019-2021. Gli arretrati che stanno arrivando nelle buste paga sono dunque nutriti e particolarmente benvenuti in periodo di inflazione altissima. Tuttavia, per i recuperi effettivi del potere d’acquisto massacrato dal caroprezzi bisognerà attendere la nuova tornata 2022-2024 e, vista la prassi, ci sarebbe da immaginare un nuovo rinnovo non prima del 2025.
Allora il Governo ha deciso di cambiare schema nella legge di Bilancio che proprio in queste ore viene trasmessa alla Camera per l’avvio dell’iter parlamentare: non più un piccolo stanziamento di fondi che vengono messi da parte e poi via via incrementati (con tanto di arretrati e di coperture per la vacanza contrattuale) in attesa del prossimo accordo triennale, ma un’anticipazione subito per il solo 2023 sottoforma di emolumento accessorio una tantum che, secondo l’ultima bozza, varrebbe un miliardo di euro. Cifra che permetterebbe l’aumento dell’1,5% delle retribuzioni: in pratica pochi euro in più al mese, in media, per 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Si tratta di uno stanziamento piccolo, infatti, se si considera che solo per coprire la dinamica inflattiva servirebbero 16 miliardi, oltre il doppio rispetto ai 6,8 miliardi appostati per i contratti 2019-2021. Malgrado ciò, il nuovo meccanismo merita una qualche attenzione.
Stando al testo della manovra, articolo 62, per l’anno prossimo “gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale” vengono incrementati appunto di un miliardo sottoforma di “emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità” con “effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza”. Il comma 2 precisa che l’importo è “comprensivo degli oneri contributivi e dell'imposta regionale sulle attività produttive”. Poi la norma chiarisce che per i dipendenti di Regioni, enti locali o università gli oneri ricadono sui bilanci dei rispettivi enti. Servirà un decreto attuativo del Mef per ripartire le risorse e ci si augura naturalmente che il provvedimento arrivi in fretta dopo l’ok al Bilancio. La relazione tecnica della manovra precisa infine che l’emolumento extra non è computabile agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del Tfr nonché di quella prevista in caso di morte del prestatore di servizio.
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