28 Novembre 2022

Antimicrobico resistenza: 120 milioni in manovra, ecco a cosa serviranno

Il Governo riconosce i rischi del fenomeno: la bozza della legge di Bilancio stanzia 40 mln per ciascuno dei prossimi tre anni

Di Pa.Al.
Antimicrobico resistenza: 120 milioni in manovra, ecco a cosa serviranno

Saranno 40 milioni le risorse stanziate in manovra che verranno destinate per ciascuno dei prossimi tre anni all’attuazione di misure e interventi previsti nel Piano di contrasto all’Antimicrobico-resistenza (Pncar) 2022-2025. Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, infatti, è in aumento. E l’Italia in particolare non sta messa bene: stando all’ultimo Rapporto dell’Ocse, risulta insieme a Grecia e Portogallo tra i Paesi con i più alti tassi di mortalità. Di recente, inoltre, pure neonotaologi e pediatri hanno lanciato l’allarme per la diffusione del fenomeno in ambito neonatale. Un tema dunque sentito tanto che uno stanziamento ad hoc, a valere sulle risorse destinate alla realizzazione di specifici obiettivi del Piano sanitario nazionale, è stato previsto in legge di Bilancio. La somma, come si legge nella bozza della manovra all’articolo 94, “è ripartita sulla base dei criteri da definirsi con intesa da sancire in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano”.

“L’uso eccessivo o improprio degli antimicrobici in medicina umana e in veterinaria, così come nell’agricoltura – spiega la relazione illustrativa - è una delle principali cause dello sviluppo e della diffusione di microrganismi resistenti alle terapie antimicrobiche, che, pertanto, perdono di efficacia. Il trend in aumento dell’antimicrobica-resistenza (Amr) ci sta conducendo verso un’era ‘post-antibiotici’ in cui anche l’effettuazione di interventi chirurgici routinari diverrà impossibile per il rischio di contrarre infezioni fatali o con esiti invalidanti, a causa della mancanza di antibiotici efficaci da usare per la profilassi peri-operatoria o come terapia di possibili complicanze infettive”.

In più va sottolineata anche la scarsa conoscenza del fenomeno da parte della popolazione, come dimostrano i risultati dell’ultimo sondaggio condotto dalla Commissione europea nei 28 Stati membri e pubblicati nel novembre 2018. C’è da dire - lo ricostruisce la relazione -, che “il ministero della Salute, adottando un metodo ‘OneHealth’, e riunendo tutti i possibili attori, istituzionali e non, nel 2015 ha istituito un Gruppo di lavoro che ha prodotto un nuovo documento ‘Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025’, in linea col precedente Pncar 2017-2020, con l’obiettivo di continuare a fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare l’emergenza dell’Abr nei prossimi anni”. Non solo, ma “il documento è stato condiviso con il Coordinamento interregionale delle regioni – Area Prevenzione e sanità pubblica”.

Tuttavia, “la mancanza di risorse specifiche e di una struttura dedicata esclusivamente alla realizzazione della strategia di contrasto all’Amr, considerate le risorse economiche e umane sottratte a questo argomento a causa delle attività emergenziali recenti e ancora in corso anche in Italia (Covid-19 e monkeypox), sta causando non pochi ritardi nell’attuazione di quanto previsto e raccomandato nel Pncar 2017-2020 tra le attività non ancora realizzate”, mentre “la quota di 40 milioni di euro destinata alle attività 2021 non è stata stanziata, e, pertanto, le attività a contrasto all’AMR previste dalle Regioni/PPAA in questo ambito per l’anno 2021” non sono state al momento svolte.


Ecco come si prevede dovrebbero essere utilizzati i 120 milioni complessivi per il prossimo triennio, col dettaglio delle morti evitate, dei costi sostenuti e dei risparmi ottenuti per il nostro Paese, per ciascuno dei programmi definiti come “soluzioni ottimali” dall’Ocse:

La Relazione tecnica

 

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