29 Novembre 2022

Manovra, Schillaci: "Assicurati 2,2 mld in più nel 2023 in una situazione di grave difficoltà"

Il ministro della Salute parla di "primo segnale di inversione di tendenza". E sul personale medico e sanitario dice: "Necessario rivalutare il trattamento economico"

Di NS
Manovra, Schillaci: "Assicurati 2,2 mld in più nel 2023 in una situazione di grave difficoltà"

Nonostante l’attuale congiuntura economica, "il governo ha assicurato alla sanità 2,2 miliardi in più nel 2023 ai quali si aggiungeranno altri 2,4 mld nel 2024". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a proposito della manovra economica, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'Università degli studi del Molise.

"Purtroppo abbiamo ereditato una situazione carente a causa dei tagli alla spesa sanitaria. Le carenze e le difficoltà di oggi sono il risultato di scelte sbagliate del passato quando la sanità era considerata la cenerentola del bilancio statale. Basti ricordare – ha sottolineato - che dal 2013 al 2019 il fondo sanitario nazionale è stato costantemente definanziato dai vari governi che si sono succeduti. Soltanto con l'arrivo di questa terribile pandemia, e di fronte al dato impressionante di 180mila morti, si è capito che la spesa per la salute pubblica è una spesa primaria. Oggi, al contrario, in una situazione di grave difficoltà determinata dalla crisi energetica, dalla guerra in Ucraina, dal caro bollette, con la necessità di sostenere famiglie e imprese per evitare il tracollo della nostra economia, il governo ha assicurato alla sanità 2,2 mld in più nel 2023 ai quali si aggiungeranno altri 2,4 mld nel 2024".

 

Un primo segnale, secondo il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa, "di inversione di tendenza che sono certo si consoliderà con il bilancio dei prossimi anni". Schillaci ha poi insistito su quella che considera "una delle priorità" del suo incarico ministeriale e cioè "il superamento delle disuguaglianze territoriali nell'offerta sanitaria e nel diritto di pari trattamento dei cittadini italiani senza più differenze tra una regione e l'altra. Certamente un obiettivo ambizioso, ma verso il quale occorre muoversi per ridurre il gap storicamente consolidato purtroppo tra Nord e Sud dell'Italia". Quello alla salute, ha evidenziato Schillaci, "è un diritto di tutti i cittadini, universalmente riconosciuto e garantito dall'art. 32 della nostra Costituzione e il ministro della Salute deve necessariamente vigilare e intervenire perché vengano superate eventuali specifiche carenze territoriali".

Ma il ministro ha toccato anche il tema del personale medico e sanitario "il cui impegno negli anni dell'emergenza Covid è stato considerato eroico, ma continua ad essere ripagato con livelli retributivi che sono tra i più bassi in Europa": "Sarà necessario – ha detto - procedere a una rivalutazione del trattamento economico". Se è vero "che il funzionamento e l'efficienza del servizio sanitario si basa sull'impegno e la dedizione a tutti i livelli di medici, infermieri e operatori sanitari, è giusto riconoscere anche sul piano economico la professionalità e il merito di figure professionali che hanno seguito lunghi anni di formazione universitaria e continuano ad aggiornarsi per essere al passo con l'evoluzione tecnologica e le nuove frontiere della medicina".

 

Altro problema da risolvere, poi, è quello della carenza di personale "particolarmente rilevante per il settore dell'emergenza-urgenza, del pronto soccorso, del 118 dove si riversano in maniera spesso incontrollata richieste di prestazioni che potrebbero e dovrebbero invece essere assicurate dalla medicina di prossimità territoriale”. Una situazione, secondo Schillaci, "aggravata dal progressivo abbandono dell'attività professionale in questo settore sia da parte del personale più anziano che dei medici più giovani. Occorre sostenere e rendere più attrattivo l'impegno professionale in questi settori con giusti incentivi economici e riconoscimenti di carriera oltre ad assicurare una migliore organizzazione". "Dobbiamo risolvere - ha detto ancora il ministro - con una corretta programmazione il problema importante dell'imbuto formativo che è legato alle borse di studio per le specializzazioni ancora insufficienti e poco appetibili proprio per l'emergenza-urgenza dove spesso i posti disponibili rimangono vacanti". "Ma il problema della carenza di personale - ha aggiunto Schillaci - è preoccupante anche per quanto riguarda i medici di medicina generale a causa della gobba pensionistica degli ultimi anni e della mancanza di giovani medici per il turnover. Lo stesso avviene anche per gli infermieri. È evidente ormai che è urgente superare i criteri del passato e adottare un metodo di programmazione parametrato sul fabbisogno delle prestazioni a livello regionale per arrivare a garantire sul territorio quella medicina di prossimità basata sull'appropriatezza delle cure". 

 

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