Tumori, ok al Piano oncologico dalla Stato-Regioni. Aiom: "Può migliorare l'assistenza, ma servono risorse"
Il presidente dell'Associazione Cinieri: "La proposta di finanziamento con un fondo di 20 milioni per il 2023-2024 contenuto nel Milleproroghe è una base di partenza da incrementare"

E’ arrivato ieri il via libera in Conferenza Stato-Regioni al nuovo Piano oncologico nazionale. Il documento di pianificazione e indirizzo per la prevenzione e il contrasto del cancro 2023-2027 è finalizzato a migliorare il percorso complessivo di lotta alle patologie neoplastiche in termini di efficacia, efficienza, appropriatezza, empowerment e gradimento dei pazienti, e a contenere i costi sanitari e sociali da esse determinati. "Sviluppato secondo un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico, compreso il miglioramento delle cure e la prevenzione delle recidive, il Piano - spiega il ministero della Salute - pone l’attenzione sulla centralità del malato e sulla riduzione o eliminazione delle disuguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura".
Soddisfatta l’Aiom - Associazione Italiana di Oncologia Medica che con il suo presidente, Saverio Cinieri, parla di "un tassello importante nell’impegno contro i tumori".
"Nel 2022, in Italia - continua il numero uno dell’Associazione -, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi. In due anni, l’incremento è stato di 14.100 casi. L’oncologia è un cardine del Servizio sanitario nazionale, ma deve essere sostenuta con misure strutturali, come quelle delineate nel Piano. Ora servono risorse adeguate. È infatti ancora in corso la proposta normativa per il finanziamento del Piano con un fondo pari a 20 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024. Questa cifra contenuta nel decreto Milleproroghe è una base di partenza da incrementare".
"I punti chiave di questo documento programmatico sono prevenzione, percorsi di cura chiari ed omogenei, attenzione al malato e a chi lo assiste a 360 gradi - afferma Cinieri -. Senza dimenticare la digitalizzazione per snellire la burocrazia, l’assistenza sempre più domiciliare e integrata con l’ospedale, i servizi territoriali e i percorsi riabilitativi e mirati non solo al recupero fisico ma anche al reinserimento nei luoghi di lavoro. Hanno un ruolo importante anche la formazione degli operatori sanitari e le campagne informative per i cittadini, il supporto nutrizionale e psicologico, l’ampliamento delle fasce di età per gli screening, le cure palliative a domicilio e il potenziamento delle coperture vaccinali".
“La nostra Società scientifica ha sempre evidenziato l’importanza della prevenzione, la prima arma nel contrasto dei tumori, visto che il 40% dei casi può essere evitato agendo su fattori di rischio prevenibili - prosegue -. L’altra importante questione, finora irrisolta, riguarda il potenziamento del territorio e la necessità di investire nell’assistenza oncologica domiciliare. Avvicinare le cure alle persone ne facilita anche l’accessibilità, impatta sull’aspettativa di vita e favorisce risparmi per i pazienti, troppo spesso impoveriti dopo la diagnosi di tumore. In Italia meno del 70% delle Oncologie può contare sull’assistenza domiciliare. Ci auguriamo – conclude il presidente - che l’adozione del nuovo Piano rappresenti uno stimolo per migliorare i livelli di cura dei nostri pazienti".
In effetti, il Piano - che come sottolinea il Ministero "individua obiettivi e linee strategiche in coerenza con il Piano europeo contro il cancro del 2021 (Europe’s Beating Cancer Plan)" - dovrà ora essere recepito con provvedimenti propri dalle Regioni e dalle Province autonome che adotteranno le soluzioni organizzative più idonee in relazione alle esigenze della propria programmazione.
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