Sanità, ok del Cipess al riparto del Fondo 2022 per 125 miliardi
Schillaci: "Obiettivo centrato in tempi rapidi". La priorità rimane quella delle liste d'attesa: "Occorre razionalizzare il percorso". Le restrizioni negli ospedali? "Non ora ma se serve via ad altri paletti"

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha approvato stamani il riparto fra le Regioni e le Province autonome delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale (Ssn) nell’anno 2022, ammontanti a complessivi 125 miliardi di euro, già al netto della somma pari a 764 milioni di euro da destinare al Fondo per il concorso al rimborso alle Regioni delle spese sostenute per l’acquisto di farmaci innovativi. Un via libera che fa parlare il ministro della Salute Orazio Schillaci di "un importante obiettivo che il ministero della Salute ha raggiunto in tempi rapidi: dopo appena due mesi da quando il governo si è insediato – ha sottolineato -, è stata raggiunta un'intesa che si era trascinata per più di un anno". Si tratta di circa 4 miliardi in più rispetto al 2021: "C'è un maggior stanziamento – ha spiegato Schillaci - che è finalizzato a individuare risorse per la copertura di maggior costi connessi all'emergenza Covid, per il completamento delle campagne vaccinali, per l'incremento del fondo per i farmaci innovativi, per l'energia, c'è un'indennità accessoria di pronto soccorso per il personale, assunzione di personale per l'assistenza territoriale, contratti di formazione specialistica dei medici ma anche per il recupero delle liste di attesa, l'aggiornamento dei Lea e il bonus psicologico".
"Con l'intesa del dicembre scorso abbiamo condiviso con le Regioni anche i nuovi criteri per il riparto e lavoriamo per poter chiudere il riparto del Fondo sanitario nazionale per l'anno 2023 in tempi congrui", ha evidenziato il ministro. "Il Comitato ha oggi deliberato anche l'assegnazione delle risorse vincolate per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale, consentendo di accelerare l'iter di perfezionamento". Sui nuovi criteri di riparto, ha ricordato come "a decorrere dal 2015 si sarebbero dovuti definire nuovi pesi e criteri per il riparto del Fondo sanitario: in realtà questo risultato è stato ottenuto solo quest'anno. Infatti lo scorso dicembre la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha condiviso l'applicazione, a decorrere dal 2023, dei nuovi criteri per la ripartizione del fabbisogno sanitario standard proposti dal dicastero della Salute, prevedendo che la quota da ripartire in funzione dei tassi di mortalità della popolazione inferiore a 75 anni sia pari allo 0,75% del totale delle risorse disponibili e che la quota da ripartire in funzione delle condizioni socio-economiche dei territori sia pari allo 0,75% del totale delle risorse".
Dal Cipess, inoltre, è arrivato il via libera all’assegnazione alle Regioni a statuto ordinario e alla Regione siciliana di 820 milioni di euro a valere sulle risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2022 e di 680 milioni di euro per altre finalità quali, tra le altre, il concorso al finanziamento del Fondo per l’acquisto di medicinali innovativi e il finanziamento di una remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Ssn.
Cipess a parte, il ministro ha fatto il punto anche sul Covid e ha escluso al momento un allentamento delle misure per le visite negli ospedali: "In questo momento non stiamo lavorando" sull'ipotesi di togliere le restrizioni per il Covid per gli accessi nelle strutture sanitarie", ha detto. Prima di aggiungere: "Abbiamo seguito il Covid con un grande rigore scientifico: pian piano abbiamo tolto gran parte delle norme restrittive che c'erano e i risultati ci hanno dato ragione. Avete visto l'ultimo bollettino settimanale: l'incidenza è crollata, ma soprattutto - ha sottolineato - la pressione sugli ospedali sia per i ricoveri ordinari che in terapia intensiva è veramente molto bassa, per fortuna. Quindi seguiamo l'evoluzione con attenzione, poi se c'è da togliere qualche ulteriore paletto lo andremo a togliere, sempre avendo a cuore la salute dei cittadini e soprattutto di chi si reca in ospedale".
Il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa è tornato infine sul nodo liste d’attesa che "sono una delle nostre priorità": "Serve un grande lavoro nel mettere insieme i dati e un grande lavoro di razionalizzazione. Sugli esami diagnostici è molto importante verificarne l'appropriatezza, in modo tale che chi ha urgenza o patologie più gravi abbia realmente la possibilità di effettuare l'esame richiesto nei tempi necessari, mentre invece ci sono altri esami che possono essere differiti o anche non effettuati se non strettamente necessari".
Secondo Schillaci, infatti, "è importante e urgente mettere in agenda l'offerta delle liste d'attesa riguardante sia il sistema pubblico che quello privato convenzionato: il cittadino deve avere la possibilità di scegliere dove poter andare e bisogna far sì che le liste d'attesa non siano più bloccate. Ma bisogna razionalizzare tutto il percorso: va chiesto ai medici di prendersi cura del paziente, è il medico che deve seguirlo a 360 gradi e dare un programma delle visite, dei follo-up, delle indagini diagnostiche da fare".
A proposito di medici, infine, "bisogna combattere il fenomeno dei 'gettonisti' in sanità, che porta sconquasso nel Ssn e soprattutto fa sì che gli operatori che stabilmente lavorano nel Ssn si sentano un po' trascurati. Questo - ha concluso il ministro - significa dare nuove prospettive a chi lavora nel Ssn, soprattutto a chi lavora in ambiti complessi come la medicina in pronto soccorso".
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