Carenza di personale, verso l'ampliamento dei posti in Medicina e Chirurgia
Dal 2005 e il 2015 oltre 10mila medici hanno lasciato l'Italia per andare a lavorare all'estero. Il ministro Schillaci: "E' un esodo che non possiamo più permetterci"

"I numeri resi pubblici con il decreto dello scorso 10 febbraio relativi all'accesso a Medicina e Chirurgia sono provvisori e si procederà a un ampliamento". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci all'inaugurazione dell'Anno accademico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. "Nessuna innovazione tecnologica per quanto necessaria e indispensabile - ha sottolineato - potrà mai sostituire la leva essenziale del nostro Sistema sanitario nazionale che è il capitale umano. Oggi siamo impegnati a colmare una significativa carenza di medici, infermieri e operatori sanitari: è una criticità che arriva da lontano, da una programmazione a volte sbagliata nel numero di accessi alla facoltà di Medicina. È stato istituito al ministero dell'Università un gruppo di lavoro per trovare una soluzione rapida e definire meglio il fabbisogno di medici e adeguare la capacità e l'offerta potenziale del sistema universitario".
Secondo il ministro infatti non si può più "rimandare la valorizzazione del capitale umano, insieme a una profonda riorganizzazione del nostro Servizio sanitario nazionale. Senza interventi lungimiranti e sistemici le nostre università continueranno a formare i migliori cervelli che purtroppo emigreranno verso altri Stati alla ricerca di più adeguate prospettive economiche e professionali". Schillaci, ricordando che "tra il 2005 e il 2015 oltre 10mila medici hanno lasciato l'Italia per andare a lavorare all'estero", ha parlato di un "esodo, una perdita di capitale umano che in futuro non possiamo più permetterci". Di qui l’urgenza di “porre i giovani al centro delle politiche di sviluppo della nostra nazione, offrendo loro la possibilità di realizzare tutte le loro aspirazioni, e sfatando l'idea che la nostra non è una nazione per giovani. Dobbiamo riconoscere e sostenere con adeguati finanziamenti il ruolo fondamentale che il mondo dell'università ricopre nella crescita e nello sviluppo di uno Stato".
In particolare sono alcune specialità mediche ad essere maggiormente interessate dall’esodo e quindi a preoccupare di più: "Nel 2022 sono andate non coperte tante borse delle scuole di specializzazione, spesso per mancanza di candidati – ha detto il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa -. Un fenomeno che assume in alcuni ambiti dimensioni preoccupanti, come per l'area della Medicina di Emergenza-Urgenza. Questi dati ci mostrano forse una disaffezione verso il Servizio sanitario nazionale, in parte alimentata da una scarsa valorizzazione economica del personale che vi opera, spesso costretto a turni massacranti per la mancanza di personale. Un primo segnale di attenzione lo abbiamo voluto dare in legge di Bilancio, prevedendo un aumento dell'indennità degli operatori di Pronto soccorso, con uno stanziamento di 200 milioni di euro per il 2024 ma - ha concluso - è solo un primo tassello".