15 Febbraio 2023

Autonomia, Casellati: "La definizione dei Lep precondizione alle intese tra Stato e Regioni"

La ministra delle Riforme in Aula alla Camera spiega che "il criterio della spesa storica è stato superato dai costi e fabbisogni standard. Il ddl rispetta il principio di solidarietà"

Di NS
Autonomia, Casellati: "La definizione dei Lep precondizione alle intese tra Stato e Regioni"

L’autonomia differenziata fa capolino in Parlamento. A parlarne quest’oggi è stata la ministra per le Riforme. Interrogata in Aula alla Camera durante il question time dal deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Emilio Borrelli, Elisabetta Casellati ha sottolineato che il governo "è determinato" a portare a termine il ddl sull’autonomia che "rispetta il principio di solidarietà". Inoltre, il ruolo del Parlamento è "centrale" e consentirà di "irrobustire" il disegno di legge, ha affermato, "sfatando falsi miti e contrastando la non precisa e spesso strumentale informazione sul tema. Il testo dell'interrogazione ne costituisce un esempio: contiene infatti informazioni palesemente smentite dall'esame letterale del ddl e prima ancora della Costituzione, poiché il ddl costituisce l'attuazione dell'Autonomia differenziata prevista dall’articolo 116 della Costituzione nella riforma approvata dal governo di centrosinistra".


In particolare, ha affermato Casellati, "il criterio della spesa storica cui fa riferimento l'interrogante è stato superato dai costi e fabbisogni standard per le materie riguardanti diritti civili e sociali da garantire in tutto il territorio nazionale. La definizione dei livelli essenziali delle prestazioni costituisce infatti la precondizione per la stipula delle intese tra Stato e Regioni. In definitiva, non si possono fissare i Lep se prima non sono stati determinati i costi e i fabbisogni standard".
"In relazione ai paventati attacchi al principio solidaristico - ha proseguito Casellati - è sufficiente osservare che il ddl prevede in maniera inequivocabile da un lato all'articolo 8 comma 3 che le intese non possono pregiudicare l'entità delle risorse destinate alle regioni che non si avvarranno dell'autonomia differenziata; e dall'altro all'articolo 9 misure perequative ad hoc anche di tipo infrastrutturale per azzerare i divari territoriali ora esistenti come del resto già imposto alla legislazione ordinaria dall'articolo 119 della Costituzione".


Riguardo al ruolo del Parlamento, "la volontà del Governo è stata quella di garantire il più ampio coinvolgimento delle Camere, sia nella fase preliminare degli schemi di intesa che nell'approvazione. È stato infatti portato al dibattito parlamentare un ddl che assolve ad una funzione di garanzia per tutti gli attori in gioco e che intende circoscrivere e limitare la discrezionalità della fase devolutiva. La stessa soluzione di disegnare una legge generale di attuazione dell'articolo 116, pur non essendo prevista dalla Carta fondamentale, persegue gli obiettivi di garantire il rigoroso rispetto degli equilibri finanziari e valorizzare nel modo più ampio possibile il ruolo del Parlamento. Non è infatti scontato nel dibattito dottrinario e politico, che una legge fosse necessaria: averla prevista è segno del rilievo centrale che le assemblee rappresentative giocheranno nel riassetto dei poteri territoriali nel segno dell'unità e della coesione nazionale. Appare pertanto singolare e contraddittorio che l'interrogante nel mentre rivendica la centralità del Parlamento, chieda di ritirare il ddl ad un governo che invece lo ha affidato al più ampio e democratico dibattito parlamentare".

Il Governo, ha concluso la ministra, "è fortemente determinato a dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata, già avviato da diverse Regioni secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà in un quadro di coesione nazionale. Sono sicura che grazie al confronto parlamentare il ddl ne uscirà irrobustito nei contenuti e nello spirito unitario".

 

 

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