02 Marzo 2023

Covid, Inail: "Infermiere, fisioterapiste e assistenti sanitarie le più colpite sul lavoro"

In generale le lavoratrici risultano le più esposte al virus, con sette contagi su dieci. Le vittime di aggressioni o violenze, invece, appresentano circa il 3% di tutti gli infortuni femminili

Di NS
Covid, Inail: "Infermiere, fisioterapiste e assistenti sanitarie le più colpite sul lavoro"

Nel 2022 si è registrata un’impennata di denunce di infortunio sul lavoro per effetto del Covid e secondo il dossier pubblicato dall’Inail sono le donne ad essere state le più esposte. Nel dettaglio, secondo il report rilasciato dall’Istituo in vista della Giornata internazionale dell’8 marzo, l’aumento del 25,7% delle denunce di infortunio rilevato tra gennaio e dicembre 2022, rispetto all’analogo periodo del 2021, è legato soprattutto alle lavoratrici, che registrano un +42,9%, da 200.557 a 286.522 casi.

"Questa vertiginosa impennata - spiegano le consigliere di amministrazione Teresa Armato e Francesca Maione Armato - è in larga misura influenzata dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare di quelli da Covid-19. Gli infortuni sul lavoro correlati al virus, infatti, dall'inizio dell'emergenza sanitaria hanno coinvolto maggiormente le donne, più presenti in quegli ambiti lavorativi con un'esposizione elevata al rischio di contagio come, ad esempio, il settore della sanità e dell'assistenza sociale, la grande distribuzione, le pulizie".

Su 315.055 denunce di infortunio sul lavoro da Sars-CoV-2 pervenute all'Inail dall'inizio della pandemia alla data dello scorso 31 dicembre, quelle che riguardano le donne sono infatti 215.487, pari a poco meno di sette contagi su dieci. Il 43,8% delle contagiate ha oltre 49 anni, il 37,0% tra i 35 e i 49 anni, mentre il 19,2% è under 35.

Le professioni maggiormente esposte al rischio Covid sono quelle sanitarie, a partire dai tecnici della salute col 41,4% delle contagiate, in prevalenza infermiere ma anche fisioterapiste e assistenti sanitarie. Seguono le operatrici socio-sanitarie (18,8% delle denunce), i medici (6,9%) e le lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati (6,6%). Tra le professioni non strettamente sanitarie, ai primi posti figurano le impiegate addette alla segreteria e agli affari generali (5,6%), le addette alle pulizie (2,1%, anche di ospedali e ambulatori), le insegnanti delle scuole primarie e pre-primarie e le impiegate addette al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta (1,7% per entrambe le categorie).

Dal dossier emerge inoltre che le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze, da parte per esempio di pazienti o loro familiari nel caso delle operatrici sanitarie, da studenti e parenti nel caso delle insegnanti, fino alle rapine in banca e negli uffici postali, rappresentano circa il 3% di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro e riconosciuti dall’Inail. Tra queste, oltre il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali. Seguono, a distanza, insegnanti e specialiste dell’educazione e della formazione, impiegate postali, personale di pulizia, addette ai servizi di vigilanza e custodia, alle vendite e alla ristorazione.

Nel quinquennio 2017-2021 sei casi su dieci di violenza sulle donne sono stati denunciati al Nord, con Emilia Romagna, Lombardia e Veneto complessivamente con il 40% circa dei casi, seguito da Centro e Mezzogiorno con un quinto dei casi per entrambe le ripartizioni geografiche. Tirando le somme, Amato e Maione, evidenziano come "l'emergenza determinata dalla pandemia, oltre a mettere a dura prova le strutture sanitarie del Paese" abbia fornito "l'opportunità di ripensare determinate modalità organizzative afferenti al mondo del lavoro. Nonostante anno dopo anno si assista a una crescita, in termini di consapevolezza, di quanto la differenza di genere debba essere declinata anche sul versante salute e sicurezza, il percorso sconta ancora numerosi ritardi socioculturali". Per le consigliere di amministrazione Inail, in particolare, "oggi è necessario compiere un salto di qualità nell'affrontare il tema della salute e sicurezza in ottica di genere", superando la visione limitata del passato, "declinata per lo più come attenzione alla sicurezza della donna in maternità, piuttosto che a quella, più ampia, della donna/lavoratrice".

 

 

Dossier donne Inail

 

 

 

 

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