09 Marzo 2023

"Più risorse alla sanità, ma anche una riforma del Fondo"

La denuncia della Federazione Cimo-Fesmed: "Se non si interviene sul Fsn, il finanziamento non sarà mai sufficiente"

Di NS
"Più risorse alla sanità, ma anche una riforma del Fondo"

"Senza maggiori risorse la sanità pubblica rischia il fallimento. Questa volta non è un sindacato a lanciare l'allarme, ma le Regioni in un documento drammatico presentato al ministro della Salute Orazio Schillaci e al ministro dell`Economia Giancarlo Giorgetti". A richiamare l’attenzione sull’incontro dei giorni scorsi con le questioni più urgenti messe sul tavolo del governo dagli asssessori regionali (dalla carenza di personale alle criticità dei Pronto soccorso fino agli interventi finanziari per per la programmazione sanitaria) è la Federazione Cimo-Fesmed.

"Sono anni che sosteniamo la necessità di aumentare i finanziamenti da destinare alla sanità, se si intende mantenere il Servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico – ricorda il presidente Guido Quici -. Sono anni che chiediamo onestà nei confronti dei cittadini, se si intende privatizzarlo. Sono anni che proponiamo inascoltati quelle stesse misure che ora le Regioni reputano necessarie per salvare il salvabile. Non possiamo, allora, che condividere le richieste delle Regioni, soprattutto per quel che riguarda il tetto di spesa sul personale e la defiscalizzazione del salario accessorio". Considerando la marginalità dell’incremento economico previsto dal Ccnl 2019-2021 per il quale sono in corso le trattative, prosegue il presidente, "è essenziale trovare risorse aggiuntive per valorizzare il personale. Così come è necessario applicare nelle Aziende i contratti conclusi a livello nazionale, cosa che invece in otto casi su dieci non avviene, impedendo al personale la progressione di carriera".

Ma la Cimo-Fesmed fa ancora un passo ulteriore chiedendo "un intervento sul Fondo sanitario nazionale" senza il quale "il finanziamento non sarà mai sufficiente. L'attuale fondo indistinto, che finanzia tanto l'acquisto di una siringa quanto il rinnovo dei contratti del personale - evidenzia Quici -, porta infatti Regioni e Aziende ad utilizzare le risorse non sempre in modo appropriato". Basti pensare, aggiunge, "che tra il 2010 ed il 2020 l`accantonamento dell`esercizio è aumentato del 451%, o che solo nel 2020 i residui dei fondi ammontavano ad oltre 355 milioni, a causa della mancata attuazione dei contratti aziendali. O, ancora, che i costi per 'beni e servizi' (in cui ad esempio rientrano i medici a gettone) sono aumentati a dismisura, mentre le voci che riguardano il personale sono bloccate, a causa del tetto sul costo del personale. È essenziale, allora, investire di più nel Servizio sanitario nazionale; ma è altrettanto fondamentale spendere le risorse a disposizione in modo appropriato".

 

 

 

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