10 Marzo 2023

Violenze sul lavoro, Inail: "In 3 anni oltre 4.800 aggressioni contro gli operatori sanitari"

Una media di 1.600 all'anno. Secondo i dati dell'Istituto, avvengono per lo più in ospedali e case di cura. Nel 70% dei casi riguardano donne. I dettagli

Di NS
Violenze sul lavoro, Inail: "In 3 anni oltre 4.800 aggressioni contro gli operatori sanitari"

Nel triennio dal 2019 al 2021 i casi accertati di aggressioni contro gli operatori sanitari in Italia sono stati più di 4.800, per una media di circa 1.600 l’anno. E’ quanto emerge dalla Consulenza statistico attuariale Inail che ha analizzato i dati in occasione della seconda edizione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che dall`anno scorso si celebra annualmente il 12 marzo.

Quasi quattro su dieci nella fascia 35-49 anni. Il 37% è concentrato nel settore assistenza sanitaria, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari, il 33% nei servizi di assistenza sociale residenziale, che comprendono case di riposo, strutture di assistenza infermieristica e centri di accoglienza, mentre il restante 30% ricade nel comparto del'assistenza sociale non residenziale. Il 71% ha riguardato le donne, mentre per entrambi i generi si rileva che il 23% dei casi interessa gli operatori sanitari fino a 34 anni, il 39% quelli da 35 a 49 anni, il 37% da 50 a 64 anni e l`1% oltre i 64 anni.

Oltre un terzo riguarda infermieri ed educatori professionali. La professione più colpita è quella dei tecnici della salute, in cui si concentra più di un terzo dei casi. Si tratta prevalentemente di infermieri, ma anche di educatori professionali, normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani all'interno di strutture sanitarie o socio-educative. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori socio-sanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati, soprattutto operatori socio-assistenziali e assistenti-accompagnatori per persone con disabilità. Più distaccata, con il 3% dei casi di aggressione ai danni del personale sanitario, la categoria dei medici, che non include però nell’obbligo assicurativo Inail i sanitari generici di base e i liberi professionisti.

 

 

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