15 Marzo 2023

Disturbi alimentari, l'allarme dei neuropsichiatri: "In aumento e sempre più precoci"

Siracusano (Sinpia) a Nursind Sanità: "Fondamentale una diagnosi tempestiva. Decisive famiglie e scuole nel cogliere i primi segnali". Ecco i comportamenti che devono far scattare l'allerta

Di Marta Tartarini
Disturbi alimentari, l'allarme dei neuropsichiatri: "In aumento e sempre più precoci"

I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dca) sono in aumento e sempre più precoci. La pandemia poi ha provocato una acutizzazione che è difficile recuperare. L'allarme arriva nella Giornata nazionale del Fiocchetto lilla (dedicata appunto ai Dca) da Sinpia, Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza.
I numeri parlano chiaro: questo tipo di patologia affligge oltre 55 milioni di persone nel mondo e oltre 3 milioni in Italia, pari al 5% circa della popolazione. Quasi il 10% delle ragazze e l'1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. L'incidenza è aumentata del 30% per effetto della pandemia e il picco è soprattutto tra i giovanissimi.
Nursind Sanità ha fatto il punto con Rosamaria Siracusano, responsabile della sezione di Psichiatria della Sinpia e dirigente medico della Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell'Azienda ospedaliera Federico II di Napoli. "Il trend è in aumento da una decina di anni - dice -, ma il Covid ha peggiorato la situazione a causa dell'isolamento, della permanenza forzata a casa, della chiusura delle scuole e della mancanza dei fattori ambientali protettivi come il coinvolgimento sociale".

 

Dai dati balza all'occhio la prevalenza femminile tra i giovani colpiti da anoressia e bulimia (9 su 10 sono ragazze) ma, come spiega Siracusano, "sono in aumento anche i disturbi tra i ragazzi che stanno recuperando terreno, spesso nel loro caso non si tratta di forme classiche di disturbi della condotta alimentare, ma di forme atipiche o di selettività alimentare".
Altro elemento che preoccupa gli operatori del settore è l'abbassamento della età in cui insorgono i sintomi. "La fascia più colpita - spiega la neuropsichiatra - è quella tra i 13 e i 25 anni, ma nel 6% dei casi i disturbi insorgono già a 8-9 anni, quando il corpo è ancora in fase di sviluppo e quindi i danni possono essere più rilevanti".

Per arginare questo fenomeno come si può intervenire? "La diagnosi precoce - sottolinea Siracusano - è fondamentale, per un migliore outcome. È importante il ruolo della famiglia e della scuola: sono spettatori privilegiati e possono cogliere i primi segnali".
La cosa più importante per genitori e insegnanti è quindi la capacità di ascolto e di osservazione. I comportamenti più preoccupanti, che devono far scattare il campanello di allarme, sono "l'eccessiva attenzione al peso, dire delle bugie rispetto al pasto, troppa attività fisica, andare in bagno subito dopo mangiato o il rifiuto di alimentarsi in pubblico". Di fronte a questi segnali il consiglio è di rivolgersi in prima battuta al pediatra o al medico di base che, se lo ritengono necessario, possono indirizzare ai centri specializzati che affrontano i disturbi alimentari dal punto di vista medico, nutrizionale e psicologico con equipe multidisciplinari. La cosa importante, conclude l'esperta della Sinpia, è "intervenire presto per evitare la strutturazione, la cronicizzazione e le recidive del disturbo e, quindi, danni al corpo e alla mente".

 

 

 

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