Long Covid anche tra i piccoli. Al Gemelli seguiti 230 casi pediatrici
Le cause sono ancora oggetto di studio ma anche l'1% dei bambini, dopo l'infezione da Sars-Cov-2, sviluppa sintomi persistenti per almeno 2 mesi, legati a problematiche non spiegabili da altre diagnosi

Al Policlinico Gemelli fino a oggi sono stati seguiti 3.900 pazienti adulti e 230 pediatrici con long Covid. Si tratta di una condizione le cui cause
non sono note, anche se ricercatori di tutto il mondo sono impegnati per portarle alla luce. Tuttavia, l’1% circa dei bambini reduci da un’infezione da Sars CoV-2 sviluppa segni e sintomi, riconducibili al quadro del long Covid.
Fino a poche settimane fa però l’Oms aveva messo a punto una definizione ufficiale di long Covid solo per gli adulti. “E la mancanza di una definizione pediatrica – ricorda Danilo Buonsenso, dirigente medico presso la Uoc di Pediatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, docente di Pediatria all’Università Cattolica ed esperto mondiale riconosciuto di long Covid pediatrico - ovviamente creava tutta una serie di limitazioni per il riconoscimento della malattia in questa fascia d’età, ma anche in ambito di ricerca per la standardizzazione dei lavori, le classificazioni. Per questo motivo – prosegue Buonsenso - l’Oms qualche mese fa ha organizzato un tavolo di ricerca che ha coinvolto esperti nella gestione del long Covid da tutto il mondo, oltre a genitori e pazienti stessi, per sviluppare un processo attraverso il quale si è arrivati alla definizione di long Covid pediatrico, che è stata pubblicata lo scorso febbraio sul portale dell’Organizzazione. Anche noi del Gemelli siamo stati coinvolti in questo tavolo di lavoro essendo stati il primo centro al mondo a segnalare l’esistenza del long Covid in età pediatrica e a pubblicare le prime evidenze di una certa rilevanza sul tema”.
Ma qual è la definizione dell’Oms? Si parla di long Covid in età pediatrica quando bambini, sani prima del Covid, sviluppano segni e sintomi persistenti per almeno 2 mesi dopo l’infezione, legati a problematiche di salute nuove, non spiegabili da altre diagnosi. Questi sintomi comprendono astenia cronica, facile affaticabilità, problemi cognitivi, vuoti di memoria, dolori muscolo-scheletrici, problematiche cardiache (dolori toracici, alterazioni del ritmo cardiaco, miopericarditi, ecc) e soprattutto una scarsissima tolleranza a sforzi anche lievi. “Vediamo ragazzi che praticavano sport più volte al giorno e che dopo il Covid presentano una facile affaticabilità, anche solo facendo un piano di scale. Ad oggi – ammette Buonsenso - non abbiamo una terapia perché non sappiamo ancora come mai alcuni pazienti sviluppino il Long Covid. Ma il nostro e altri gruppi stanno lavorando allo studio di nuovi biomarcatori di long Covid. Dai dati preliminari al riguardo siamo abbastanza ottimisti; nei prossimi mesi riusciremo a capire meglio perché alcuni pazienti sviluppano il long Covid e altri no. Al momento non c’è ovviamente una terapia specifica quindi offriamo trattamenti personalizzati in base alle problematiche principali riscontrate, paziente per paziente. Nei bambini con cefalee croniche si attivano i percorsi terapeutici tipici delle cefalee croniche in età pediatrica; per quelli con alterazioni del ritmo cardiaco, è prevista la somministrazione di farmaci anti-aritmici; per quelli con miocardite cronica o vascolari, la terapia antiaggregante o anticoagulante. Sono infine allo studio alcune terapie per l’astenia”.
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