Nascite in calo e molti decessi. L'Istat fotografa la popolazione italiana
Il saldo resta negativo nonostante il contributo migratorio. Nel 2022 ben 12mila morti in più rispetto all'anno prima. Pesano i fattori climatici, a partire dalle ondate di calore. L'eccesso di mortalità interessa maggiormente le donne. I dettagli

La dinamica demografica del 2022 continua a essere negativa: al 31 dicembre la popolazione residente è inferiore di circa 179mila unità rispetto all'inizio dell'anno, nonostante il positivo contributo del saldo migratorio con l'estero.
Il saldo naturale della popolazione è fortemente negativo. Le nascite risultano in ulteriore calo, ma con lievi segnali di recupero al Sud. I decessi restano ancora su livelli elevati, anche per effetto dell'incremento registrato nei mesi estivi a causa del caldo eccessivo. In aumento i movimenti migratori, rispetto agli anni della pandemia, anche a causa degli effetti della crisi bellica in Ucraina. E' quanto evidenzia l'ultimo report dell'Istat.
Al 31 dicembre 2022 - si legge - la popolazione residente in Italia ammonta a 58.850.717i unità, -179.416 rispetto alla stessa data del 2021 (-0,3%). Se nel biennio 2020-2021 la dinamica demografica è stata prevalentemente influenzata dalle conseguenze degli effetti dell'epidemia da Covid-19, nel 2022 il verificarsi di alcuni fattori contingenti (l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria, la crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina, l`eccesso di caldo nei mesi estivi) delinea nuovi scenari.
Al termine dello stato di emergenza sanitaria a fine marzo 2022 la dinamica demografica restituisce l'immagine di un bilancio di popolazione ancora perturbato dagli strascichi della pandemia. La perdita di popolazione registrata nel primo trimestre risulta, infatti, pari a 83mila unità, ben il 46,4% del calo conseguito nell’intero anno. L'ulteriore successivo calo di nascite e l'eccesso di mortalità dei mesi estivi, legato alle persistenti ondate di calore, hanno ulteriormente aggravato la dinamica naturale. Allo stesso tempo, la ripresa dei movimenti migratori internazionali (in parte dovuta agli effetti della crisi in Ucraina) produce effetti positivi, contribuendo al rallentamento del deficit di popolazione.
Nel 2022 la perdita di popolazione si manifesta in tutte le ripartizioni, anche se con diversa intensità. Nel Nord il decremento è di -0,1%, di entità decisamente inferiore rispetto a quella dell’anno precedente (-0,4% nel 2021). Anche al Centro il calo di popolazione è più contenuto (-0,3% contro il -0,5% del 2021). Il Mezzogiorno, invece, subisce effetti più pronunciati passando dal -0,2% del 2021 al -0,6% nel 2022. La perdita complessiva di popolazione conseguita nel 2022 su base nazionale (-0,3%) non si discosta da quella del 2019 (-0,3%).
Nel 2019 la provincia autonoma di Trento, la Lombardia e l'Emilia-Romagna si erano contraddistinte per incrementi di popolazione (rispettivamente +0,3%, +0,2% e +0,1%). Dopo un crollo nel biennio 2020-2021 dell`1% circa, nel 2022 queste recuperano residenti tornando su livelli positivi (rispettivamente +0,2%, +0,1% e +0,04%).
La dinamica è opposta per due regioni del Mezzogiorno: Campania e Sicilia. Entrambe avevano colmato la perdita subita nel 2020 (rispettivamente il -1,5% e il -0,9%) nel corso del 2021; invece, nel 2022 registrano un nuovo deficit (entrambe il -0,6%).
Il nuovo record minimo di nascite (393mila) e l'elevato numero di decessi (713mila) continuano a produrre un forte impatto sulla dinamica naturale. Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, l'Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce.
Il deficit del saldo naturale è aumentato in modo progressivo, raggiungendo i picchi più elevati nel biennio 2020-2021, quando si è registrata una perdita di oltre di 300mila persone in media annua. Al deficit della componente naturale negli anni di pandemia, nel 2022 si somma un ulteriore decremento di 320mila unità, determinando in soli tre anni la perdita di 957mila persone, all`incirca la popolazione di una città come Napoli. Il persistere degli effetti dell`epidemia fino alla primavera ha contribuito a determinare solamente nei primi tre mesi del 2022 una perdita di 105mila unità, pari al 32,7% del saldo naturale dell'intero anno.
Inoltre, per il periodo estivo, l'eccesso di mortalità registrata nel mese di luglio provoca un aumento del 58,3% del deficit naturale rispetto allo stesso mese del 2021.
La dinamica naturale presenta valori negativi in ogni regione, anche nella provincia autonoma di Bolzano (-314 unità), tradizionalmente caratterizzata da una natalità superiore alla media. Il tasso di crescita naturale, pari al -5,4 per mille a livello nazionale, varia dal -0,6 per mille di Bolzano al -10,2 per mille in Liguria. Nel complesso, quasi tutte le regioni conseguono nel 2022 un peggioramento del tasso di crescita naturale rispetto all`anno precedente, con le sole eccezioni del Friuli Venezia-Giulia (-7,2 per mille contro -7,8 per mille) e della Puglia (-4,7 per mille contro -5,1 per mille).
Nel 2022 in Italia si registrano 713.499 decessi, circa 12mila in più rispetto all'anno precedente ma 27mila in meno rispetto al 2020, anno di massima mortalità dovuta alla pandemia da Covid-19.
E' quanto evidenzia l'ultimo Report dell'Istata che sottolinea come se nel 2022 si fossero manifestati i medesimi rischi di morte del 2019, decisamente più favorevoli, si sarebbero riscontrati 660mila decessi anziché 713mila, ossia 53mila in meno.
Un terzo dell'eccesso di mortalità del 2022 rispetto al valore atteso, globalmente pari al +8,1%, si concentra nei mesi di luglio e agosto - sottolinea l'Istat - quando si è registrato un numero di decessi superiore del 16%. Per rilevare un quantitativo analogo di decessi (complessivamente 125mila nei due mesi estivi) bisogna andare indietro nel tempo fino al 2015 (110mila). Anche tale anno fu contraddistinto da un significativo aumento dei decessi a causa dei fattori climatici, con incrementi molto accentuati nei mesi caldi e freddi dell`anno. Peraltro, la persistente ondata di caldo della scorsa estate ha interessato molti altri paesi europei, come Spagna, Portogallo e Germania, dove si sono osservati analoghi fenomeni di super-mortalità.
Circa 24mila decessi dei complessivi 53mila in eccesso su scala nazionale si rilevano al Nord, 10mila al Centro e 19mila nel Mezzogiorno. Il surplus di mortalità rispetto ai valori ipoteticamente attesi è tuttavia inferiore alla media nazionale (+8,1%) sia al Nord (+7,8%) sia al Centro (+7,5%), mentre nel Mezzogiorno si presenta superiore (+8,8%).
Rispetto al genere, l'eccesso di mortalità interessa più le donne, tra le quali si rilevano 31mila decessi in più sul valore atteso, pari al 59% del surplus totale. Gli uomini presentano un`eccedenza di 22mila unità, pari al 41%.
L'eccesso di mortalità si presenta particolarmente concentrato nelle età più anziane della popolazione, dove i rischi di morte sono notoriamente più elevati. Tra le donne circa il 60% dell`eccesso si concentra tra gli 86 e i 96 anni, dove si riscontrano oltre 18mila decessi in più rispetto ai valori attesi.
Un discorso analogo vale per gli uomini, che però presentando un picco di mortalità anticipato di circa 5 anni rispetto alle donne, concentrano circa il 50% dell'eccesso di mortalità tra la popolazione di 81-91 anni (oltre 10mila decessi in più).
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