Medicina difensiva: solo in tre casi su dieci i camici bianchi risultano colpevoli
Secondo l'indagine Eurispes-Tribunale di Roma sulla legge Gelli-Bianco, gli Accertamenti tecnici preventivi conclusi a favore del paziente sono circa due terzi contro un terzo positivo per la struttura. I dettagli

La medicina difensiva, oltre a costringere i medici in trincea, incide sul Servizio sanitario nazionale per circa 10 miliardi l’anno, il che è pari allo 0,75% del Pil (dati aggiornati al 2014). La legge Gelli-Bianco si prefiggeva tra i suoi obiettivi anche quello di combatterla. Un primo bilancio arriva da un’indagine condotta da Eursipes in collaborazione, tra gli altri, con il Tribunale di Roma (XIII Sezione) che poi è quello che tratta il maggior numero di cause di responsabilità medica e delle strutture sanitarie tra tutti i tribunali italiani (il 35% circa del totale). Si tratta, inoltre, come sottolinea l’Istituto di ricerca, del primo studio realizzato in questo particolare ambito in Italia.
Ma che cosa è venuto fuori dall'indagine? La consultazione dell’archivio della XIII Sezione, partendo da circa 2.000 Accertamenti tecnici preventivi (Atp) dal 1° aprile 2017 (data di entrata in vigore della legge Gelli-Bianco) al 31 dicembre 2021 ha permesso di repertare gli Atp effettuati da 336 medici legali. Gli accertamenti tecnici considerati sono complessivamente 1.380.
L’indagine ha reso possibile una prima, accurata, valutazione dell’impatto della legge Gelli, relativamente agli Accertamenti tecnici preventivi volti alla conciliazione della lite che rappresentano il primo livello della sua applicazione. Dunque, a cinque anni dall’entrata in vigore della norma, nonostante alcune previsioni necessitino ancora dei decreti attuativi per poter dispiegare i propri effetti, dai risultati emersi appare come, almeno in parte e specularmente per il settore della responsabilità civile, la norma abbia raggiunto alcuni degli obiettivi prefissati. Il dato di maggiore rilevanza è che nell’analisi dei 1.380 Atp esaminati, i medici non risultano essere personalmente coinvolti nel 70,3% dei casi, mentre lo sono nel 29,7%.
Dalla ricerca emerge che gli Atp che si concludono positivamente per il paziente sono il 65,3%, mentre l’esito è stato positivo per la struttura il 31,1% delle volte; nei due terzi dei casi, dunque, la responsabilità professionale della struttura sanitaria e/o del medico risultano effettive. Si tratta di un dato inatteso, proprio perché l’Atp, che rappresenta il vero fulcro e cardine del procedimento, non è altro, sostanzialmente, che un giudizio che dei medici danno sull’operato di altri medici. Nel 29% degli Atp vi è stata una chiamata in causa dell’assicurazione.
Guardando alla tipologia di convenuto, il 40,4% delle volte risulta trattarsi di una struttura pubblica, il 36,1% di struttura privata e, nell’11% dei casi, di medico persona fisica/assicurazione.
Analizzando il dettaglio dei settori specialistici interessati, emerge che il settore coinvolto più spesso è ortopedia (16,3%), seguito da chirurgia (13,2%) e da infettivologia (11,7%); nel complesso dunque il 41,2% degli Atp interessa questi tre settori.
I dati, tira le somme Eurispes, indicano dunque, da un lato, come la maggioranza delle richieste di accertamento non sia pretestuosa ed evidenzi responsabilità mediche e delle strutture sanitarie, dall’altro come i medici specialisti chiamati a valutare, in qualità di consulenti tecnici di ufficio, siano corretti e trasparenti nell’accertamento delle responsabilità dei colleghi. Si evidenzia inoltre come in alcuni casi vi sia un problema di funzionamento delle strutture mediche e ospedaliere piuttosto che una responsabilità dei medici. "Il contrasto al fenomeno della medicina difensiva – conclude l’Istituto di ricerca - necessita anche e soprattutto di un intervento sociale e culturale di sistema, incentrato sul diritto ad un’adeguata informazione dei cittadini sulla efficacia degli interventi sanitari, costruito mediante il dialogo tra il paziente e il medico. Un particolare sforzo, dunque, dovrà essere fatto in questa direzione".
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