Punti nascita: il Parlamento chiede al Governo di potenziarli
Dagli standard di sicurezza all'attenzione per le zone disagiate, passando per gli investimenti sul personale sanitario: in commissione Affari sociali alla Camera approvate cinque risoluzioni targate FdI, Verdi-Sinistra, Pd, M5s e Azione-Iv

Punti nascita a rischio chiusura? La Camera torna a occuparsene, visto che molti di essi, con le attuali norme rischiano lo stop dal momento che, con il calo delle nascite, scendono sotto la soglia minima dei 500 parti all'anno. La commissione Affari Sociali ha approvato ieri cinque risoluzioni, finalizzate a mantenere una rete capillare di strutture, garantendo la sicurezza di mamme e neonati. Dopo quella a prima firma della deputata Imma Vietri di Fratelli d’Italia, infatti, già discussa in Commissione e di cui Nursind Sanità si era occupata, Pd e d M5s avevano subito preannunciato che avrebbero presentato ciascuno un proprio testo. Alla fine ne sono stati depositati appunto cinque, a firma delle parlamentari Zanella (Verdi-sinistra), Malavasi (Pd), Sportiello (M5s) e Bonetti (Azione-Italia Viva), ma non si è riusciti ad arrivare ad un testo condiviso. "Il tentativo – ammette Vietri - non ha prodotto un esito positivo a causa delle diverse sensibilità che sono emerse".
Ma in cosa differiscono l’una dall’altra le risoluzioni? Partiamo da quella di FdI. La ratio la spiega la stessa deputata a Nursind Sanità: "Moltissimi punti nascita stanno chiudendo, con la grave conseguenza non solo di intasare gli altri ospedali del territorio, già in affanno per la carenza di personale, ma soprattutto di mettere maggiormente a rischio la salute e la vita delle partorienti e dei loro figli". Fratelli d’Italia chiede quindi rivedere le attuali linee guida, "alla luce della crisi demografica in corso in Italia".
Inoltre, nella risoluzione si chiede di "ridurre il divario tra regioni del Centro-Nord e del Sud, considerando tra i criteri idonei per l'attivazione o il mantenimento di un punto nascita la posizione geografica, con particolare riguardo alle zone disagiate, la densità di popolazione o la lontananza da altri punti nascita".
Dall’opposizione, la dem Ilenia Malavasi si sofferma invece sul testo targato Pd e sottolinea che "il mantenimento di una rete capillare di punti nascita è fondamentale. Abbiamo ritenuto importante non limitarci a un'indicazione superficiale sulla revisione degli standard, allargando il campo degli interventi". Per la parlamentare "dobbiamo fare in modo che siano garantiti la sicurezza della donna e del bambino, con servizi e attrezzature adeguate. Crediamo sia necessario rafforzare la gestione complessiva di tutte le fasi, dalla gestazione fino al post-parto". Il Pd voleva puntare anche su altri aspetti, su cui non è stato possibile trovare l'intesa. Tra questi, per esempio, "l'accesso gratuito alla contraccezione e la garanzia di potere accedere all'aborto, superando le difficoltà dovute alla obiezione di coscienza tra i medici".
Nella risoluzione presentata da Luana Zanella (Verdi-Sinistra), invece, si chiede al Governo di garantire "la salute delle donne in tutti i punti nascita" con "sale parto attrezzate, personale adeguato e informato sulle modalità di gestione del dolore in travaglio, garantendo la formazione professionale". Lo scopo, come sottolinea la stessa Zanella col nostro giornale, è garantire "la possibilità di partorire in sicurezza nei territori più disagiati, un aspetto che è diventato critico per il calo demografico".
La risoluzione del M5s, tra i diversi aspetti che tocca, si sofferma in particolare sulla fase post parto e il “sostegno alle coppie al rientro a casa”: “In questa ottica puntiamo sui consultori da implementare - spiega a Nursind Sanità Gilda Sportiello - e insistiamo sulla necessità di ridurre il taglio cesareo. Proponiamo, inoltre, di rivedere le tariffe di rimborso per disincentivarne il ricorso".
Infine, c’è la risoluzione della ex ministra Elena Bonetti che punta sul sostegno della donna in gravidanza e la neomamma e sulle reti territoriali perché siano "in grado di prendersi carico della salute materno infantile con particolare attenzione ai primi mille giorni". Nel testo si chiede anche di "prevedere, nel rispetto dei vincoli di bilancio, le risorse finanziarie necessarie per l'incremento del personale sanitario, medico e ostetrico al fine di garantire una presa in carico adeguata in tutti i contesti".
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