Infermieri, Fnopi: Spazio alla libera professione per una migliore presa in carico
La Federazione in audizione al Senato per l'Indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria: "Diffondiamo la cultura del network". Ok anche alla definizione dei Lia

In primis sì a forme sanitarie integrative intermediate che garantiscano un miglior accesso alle cure, tenendo saldi i principi di solidarietà, universalità ed equità del Servizio sanitario nazionale. Poi via libera alla promozione dell’adesione ai cosiddetti “network convenzionati” per fornire al mercato una visione plurale di offerta, rappresentata dalle molteplici professionalità specialistiche che attengono alla professione infermieristica, mantenendo saldi i concetti di analisi dei bisogni assistenziali, di presa in carico e di continuità assistenziale, che rappresentano il Dna della categoria. Infine, un parere positivo sulla definizione dei Lia (Livelli integrativi di assistenza) precipuamente infermieristici, per dettagliare, valorizzare e monitorare le prestazioni e i piani assistenziali assicurati nei confronti degli aderenti. Sono i tre passaggi chiave dell’audizione Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, alla Commissione Sanità del Senato per la ‘Indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell’efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute’.
Il consigliere nazionale Luigi Pais dei Mori innanzitutto fotografa la situazione attraverso i numeri: la spesa sanitaria 2021 è stata pari a 164 miliardi di euro, di cui 37 spesi per le prestazioni cosiddette “out of pocket”, con riflessi negativi in termini di uguaglianza, accessibilità e rinuncia alle cure. Al tempo stesso ci sono in Italia 398mila infermieri, di cui 302mila dipendenti stabili del Ssn e quasi 96mila dipendenti di strutture private. Tra essi, 43mila sono titolari di partita iva. Dunque, la Fnopi, dice Pais dei Mori, “pur tenendo saldi i principi di solidarietà” è “favorevole a soluzioni sanitarie integrative intermediate, che puntino a garantire maggiore possibilità di accesso alle cure”.
Sul fronte dei nertwork convenzionati, spiega la Federazione in audizione, “la popolazione degli infermieri che esercitano in modalità libero-professionale è vasta e aumenta annualmente. A questo si aggiunge l’incremento della possibilità di esercizio in forma autonoma, determinato dall’allentamento del vincolo di esclusività con la Pubblica Amministrazione, un punto essenziale di sviluppo professionale, che Fnopi ha perseguito e vede come elemento sostanziale di supporto, in risposta al grave problema della carenza di professionisti”. Deficit, chiarisce Pais dei Mori, “che incarna la necessità di garantire adeguata assistenza infermieristica in un contesto di aumento sensibile delle patologie croniche e, in generale, dell’invecchiamento della popolazione, per cui si stima la necessità di portare a sistema ulteriori 70mila professionisti infermieri”. Dunque, rispetto alla libera professione, Fnopi “da sempre cerca di diffondere la cultura del network”.
In ultimo il parere positivo sui Lia. Il consigliere nazionale precisa che “sono già esistenti nel quadro delle sinergie tra Inail e Regioni e prevedono l’individuazione e il convenzionamento di strutture sanitarie pubbliche e/o private accreditate al fine di erogare prestazioni di ambito riabilitativo in favore dei lavoratori infortunati o affetti da malattia professionale”. Fnopi quindi conclude l’intervento in audizione mettendosi a disposizione come “agente attivo in questo cambiamento culturale” e per la “predisposizione di progettualità mirate al supporto diretto delle prestazioni assistenziali”, nella convinzione che “gli infermieri, anche in questa nuova prospettiva, possano rappresentare il valore aggiunto”.
Il testo dell'audizione Fnopi
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