13 Aprile 2023

Sanità: dal piano oncologico all'edilizia, ecco le norme ancora al palo

Mancano i decreti attuativi per molti dei provvedimenti messi in campo dal Governo, ma pesa anche l'eredità dell'esecutivo Draghi. Il ministro Schillaci deve sbloccare alcune decine di milioni di euro

Di Stefano Iannaccone
Sanità: dal piano oncologico all'edilizia, ecco le norme ancora al palo

Sono oltre 20 i milioni di euro fermi con i decreti attuativi che deve emanare il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che sta cercando comunque di non andare oltre le scadenze fissate. La pubblicazione dei testi è necessaria per rendere esecutive alcune norme contenute nei vari provvedimenti adottati dal Governo, ma che appunto rinviano l'attuazione ad appositi decreti. Un peso significativo, almeno in termini numerici, è l’eredità lasciata da Mario Draghi e dal ministro Roberto Speranza, che non hanno avuto il tempo, a causa delle elezioni anticipate, di completare l’iter dei vari interventi.

Ma andiamo con ordine. Le misure più pesanti da completare, da un punto di vista economico, sono principalmente due. La prima è l’indicazione Piano di sicurezza nazionale acque che ha stanziato nel complesso risorse per 3 milioni e 600mila euro, un milione e 600mila nel 2023 e la parte restante per il prossimo anno. Grande attesa è poi focalizzata sul «riparto tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del Fondo per l'implementazione del Piano oncologico nazionale 2023-2027». Si tratta di un plafond complessivo di 30 milioni di euro da spalmare in maniera equa per il prossimo triennio, inserito nell’ultimo Milleproroghe.

Nella Legge di bilancio, invece, è stato previsto un finanziamento dal carattere locale, ma che ha comunque a che fare con l’edilizia sanitaria e il miglioramento del servizio nel Lazio. Nel dettaglio il ministro Schillaci deve predisporre il decreto per spendere i 25 milioni di euro, dal 2023 al 2025, necessari agli «interventi edilizi infrastrutturali sui presìdi ospedalieri e sulle strutture sanitarie pubbliche delle aziende ospedaliere delle province di Latina e di Frosinone».

Sempre di natura territoriale è l’attesa per la nomina del commissario straordinario, che dovrà occuparsi dell’espletamento «delle attività di progettazione, di affidamento e di esecuzione degli interventi per la realizzazione del Parco dalla salute della ricerca e dell'innovazione di Torino». In questo caso sono stati messi a disposizione 100mila euro all’anno per rendere esecutiva la norma. Il provvedimento deve essere emanato da Palazzo Chigi, ma attiene inevitabilmente al campo della sanità in senso più ampio. 


Non riguarda risorse da impiegare, bensì attiene al funzionamento della sanità, l’indicazione «delle linee guida recanti le specifiche tecniche, i prezzi di riferimento e gli standard di qualità dei servizi medici infermieristici in caso di necessità ed urgenza per sopperire alle gravi carenze di personale in caso di emergenza ed urgenza dei servizi ospedalieri». Informazioni necessarie per ridefinire gli organici e non solo. Sempre di tipo organizzativo è la nomina dei «componenti della Commissione scientifica ed economica del farmaco (Cse)» e le «modalità di nomina e funzioni del presidente dell’Aifa, del direttore amministrativo e del direttore tecnico scientifico». Procedure pratiche per rendere l’agenzia più funzionale.

Si diceva dell'eredità raccolta. Ci sono in tal senso gli arretrati da smaltire, quelli riferiti al governo Draghi. Tra questi spiccano gli 11 milioni di euro per definire le «spese ammissibili ai fini del riconoscimento del credito d'imposta per la ricerca biomedica, le procedure di concessione e di utilizzo del beneficio». Dunque, uno stimolo alla ricerca che rischia di venire meno senza la predisposizione del decreto. La lista, però, prosegue. Nel mondo del Terzo settore si attendono tuttora «le modalità e i limiti per le prestazioni di volontariato, da parte del personale sociosanitario, presso gli enti e le Onlus che svolgono attività di raccolta di sangue e di emocomponenti».

Più nello specifico nel campo sanitario bisogna ancora emanare l’inquadramento normativo per la definizione «dei tetti di spesa per i dispositivi medici» e stabilire il «riparto delle spese tra le strutture idonee per la conduzione di studi sulle prestazioni sui dispositivi medico-diagnostici in vitro», nonché definire «l’adozione del Programma nazionale Health technology assessment (Hta) dei dispositivi medici da aggiornare con cadenza triennale». La sigla racchiude quello che è un processo multidisciplinare che raccoglie le informazioni sulle questioni cliniche, economiche, sociali ed etiche relative all’impiego di una tecnologia sanitaria, in modo sistematico, trasparente, imparziale e solido. Anche in questo caso non ci sono in ballo risorse da investire nell’immediato. Ma la definizione di un quadro di azione lungo cui muoversi.



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