Def: spesa sanitaria giù nei prossimi anni rispetto al Pil
Lo sforzo maggiore in termini assoluti è atteso per il 2023, ma da qui a un triennio si precipita al 6,2 per cento della ricchezza. Polemiche dalle opposizioni: "Il Governo smantella il Ssn"

Sulla sanità non arriva l’investimento sperato: lo sforzo maggiore è atteso per il 2023, ma nei prossimi anni, in rapporto al Pil, la spesa resterà sostanzialmente stabile, al netto di alcune oscillazioni. Il Documento di economia e finanza (Def) indica la tendenza del governo sul dossier della sanità. Andiamo nel dettaglio. La spesa sanitaria per l’anno in corso sarà di 136 miliardi e 43 milioni di euro, facendo registrare "un tasso di crescita del 3,8 per cento rispetto all’anno precedente", si legge nel testo diffuso dall’esecutivo. Secondo la Nadef del 2022, infatti, l’investimento ammontava 131 miliardi e 724 milioni di euro. L’incremento rispetto al Prodotto interno lordo è dello 0,1 per cento: si passa dal precedente 6,6 per cento fino ad arrivare al 6,7 per cento.
Tuttavia, per il prossimo anno è stata indicata una frenata: la spesa sanitaria ammonterà a 132 miliardi e 737 milioni di euro, pari al 6,3 per cento del Pil. Un dato che da un lato rappresenta un passo indietro, ma che rispetto alla Nadef segnala una crescita. La precedente stima era di una spesa pari a 128 miliardi e 708 milioni di euro con un’incidenza sul Pil del 6,2 per cento.
Si parla comunque di aggiustamenti decimali, che hanno subito sollevato le perplessità delle opposizioni: "Il Def che taglia i fondi alla sanità e il rischio di perdere i fondi Pnrr per le case di comunità sono due facce della stessa medaglia: il governo Meloni smantella il servizio sanitario nazionale", ha attaccato il deputato del Pd, Alessandro Zan, secondo cui "i ricchi potranno curarsi, pagando meno tasse, tutti gli altri dovranno attendere". Una tesi che è stata rilanciata da molti altri parlamentari dem, da Marco Furfaro a Chiara Gribaudo.
Al netto delle polemiche politiche, la proiezione non è quella di un incremento notevole della spesa: dal punto di vista nominale, nel 2025 raggiungerà 135 miliardi e 34 milioni di euro, con oltre 2,3 miliardi aggiuntivi. Fatto sta che sul Pil il dato sarà comunque del 6,2 per cento, esattamente come il 2026 quando l’investimento in termini economici sarà di 138 miliardi e 399 milioni di euro.
Il Def indica in maniera dettagliata anche le modalità di spesa: "Per i redditi da lavoro dipendente il livello di spesa" è previsto a 42,208 miliardi di euro, con un aumento del 4,5 per cento in confronto al 2022. "Tale aumento è influenzato dall’ipotesi di perfezionamento del rinnovo contrattuale del personale dirigente degli enti del Ssn per il triennio 2019-2021", spiega il documento.
C’è poi il capitolo dei "consumi intermedi" per cui è preventivato "un livello di spesa pari a 46,11 miliardi di euro". L’incremento è del 3,8 per cento rispetto al 2022 ed è connesso principalmente "ai prodotti farmaceutici per i quali si stima una crescita del 9,2 per cento". "Quest’ultima - prosegue il documento - è determinata, oltre che da una generale dinamica in aumento, anche dagli effetti derivanti dalla rideterminazione del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti e dall’ulteriore integrazione del fondo per il concorso al rimborso dei farmaci innovativi".
Va poi "scontata un’ipotesi di minore incasso di pay-back rispetto agli importi contabilizzati nell’ultimo biennio che scontavano ripiani di eccessi di spesa farmaceutica su più annualità", mentre "le altre componenti dei consumi intermedi mostrano un incremento dell’1,6 per cento". Infine, la previsione considera un aumento dei costi per il rincaro dei prodotti energetici come già avvenuto per lo scorso anno.
Per quanto riguarda "le prestazioni sociali in natura corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market un livello di spesa pari a 43,194 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente (+3,4 per cento)". Nel dettaglio, per l’assistenza farmaceutica convenzionata è stata messa in conto una spesa pari a 7,577 miliardi con una crescita pari all'1,4 per cento. "L'aggregato risulta in leggero incremento tenuto conto della costante vigenza delle consolidate misure di governance e della messa a regime della remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei medicinali erogati in regime di SSN", spiega il Def.
Ancora: per l’assistenza medico-generica è contabilizzata una spesa pari a 8,076 miliardi di euro, quindi in aumento del 15,3 per cento rispetto al 2022. Il balzo è legato "essenzialmente agli oneri, inclusivi di arretrati, preordinati per il rinnovo delle convenzioni relative al triennio 2019-2021", si legge nel documento, che annota come il dato sia contenuto grazie alla cessazione di alcuni effetti connessi con le spese per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Inoltre, "per le altre prestazioni sociali in natura acquistate da produttori market è prevista una spesa pari a 27.541 milioni, superiore dello 0,9 per cento rispetto al valore registrato l’anno precedente".
DEF 2023 - Programma di stabilita
DEF 2023 - Analisi e tendenze della finanza pubblica
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