18 Aprile 2023

"A giorni il decreto sui nuovi Lea". L'annuncio di Schillaci

Il ministro parla anche della revisione del piano pandemico "entro fine anno". E sulla carenza di personale pone l'accento sugli infermieri "che realmente mancano in Italia oggi e nei prossimi anni"

Di NS
"A giorni il decreto sui nuovi Lea". L'annuncio di Schillaci

Decreto sui Lea (Livelli essenziali di assistenza) in dirittura d’arrivo e revisione del Piano pandemico entro fine anno. Sono solo due dei temi che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha affrontato oggi intervenendo a Elisir su Rai3. Il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa, infatti, ha parlato anche dell’annosa questione della carenza di personale, soffermandosi in particolare sulla nota dolente dell’assenza di infermieri, oltre che del fenomeno 'gettonisti' e del tema della depenalizzazione degli errori medici.

"Finalmente spero nei prossimi giorni riusciremo a chiudere il decreto sui Lea che è fermo da oltre sei anni e questo rappresenta, a mio giudizio, un cambio di marcia per una sanità più equa in tutte le regioni", ha annunciato il ministro. A proposito della diversa offerta sanitaria, Schillaci ha detto che "dal 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione di fatto l'operatività sulla sanità è delegata alle regioni, abbiamo quindi modelli diversi e purtroppo dobbiamo ancora oggi registrare tante disuguaglianze tra le varie regioni. Credo che l'autonomia differenziata possa diventare un modello virtuoso per far sì che ci sia un maggiore riequilibrio tra le Regioni. Rivendico anche un ruolo di guida del ministero per far sì che le Regioni in difficoltà possano trovare un aiuto nel ministero e che le più virtuose siano un modello da seguire per quelle che hanno più problemi".

A proposito del piano pandemico, poi, Schillaci ha ricordato che ne abbiamo uno aggiornato e che "andremo a rivedere entro la fine dell'anno tenendo anche in considerazione i nuovi possibili virus respiratori che possono colpire la nostra nazione. Sono molto tranquillo e fiducioso da questo punto di vista". Il ministro ha osservato innanzitutto come "siamo sicuramente più preparati, abbiamo imparato molto dalla pandemia che abbiamo vissuto tragicamente e che per fortuna oggi, con i dati rassicuranti che arrivano ogni settimana, ci siamo credo definitivamente lasciati alle spalle".


"La pandemia - ha riflettuto - ha rimesso al centro dell'attenzione l'importanza della salute e della salute pubblica" così come "ha mostrato luci ed ombre del nostro Servizio sanitario nazionale": da una parte "abbiamo visto la qualità dei nostri operatori sanitari, l'alta professionalità e lo spirito di sacrificio” e da un'altra "la debolezza di alcuni settori del nostro Ssn. Penso ad esempio alla medicina territoriale e proprio su quella con i fondi del Pnrr cercheremo di intervenire".

Schillaci si è soffermato soprattutto sul fatto che la sanità nel periodo pre Covid sia stata "lungamente de-finanziata e per questo siamo intervenuti già nella prima legge di Bilancio e sono certo che ci sarà sempre una maggiore attenzione verso la sanità e la sanità pubblica in particolare".
"In Italia, soprattutto dal 2011 al 2019 c'è stato un costante definanziamento del Ssn. C'è stata una chiara inversione di tendenza a partire dal Covid e anche quest'anno - ha aggiunto - il Fondo sanitario nazionale è stato incrementato in maniera significativa e cospicua di oltre 5 miliardi di euro rispetto a quanto previsto e abbiamo distribuito quest'anno alle varie Regioni 136 mld di euro. Quindi è un fondo molto importante".

Per il ministro però non si tratta solo di fondi, ma - come ripete spesso - anche di efficientamento del sistema. "É chiaro che avere più fondi per la sanità sarebbe auspicabile ma credo che soprattutto dobbiamo avere dei nuovi modelli organizzativi. La sanità è cambiata. Quella che io chiamo la sanità del terzo millennio ha bisogno di operatori preparati ma soprattutto di modelli organizzativi diversi da quelli che abbiamo avuto fino adesso".

Sul fronte delle carenze di personale il ministro ha osservato che "i problemi che abbiamo oggi sui medici e sugli operatori sanitari in parte dipendono da una programmazione non efficiente che è stata fatta sul personale sanitario negli anni passati. Credo che intanto sia fondamentale combattere il fenomeno dei 'gettonisti', un fenomeno triste sul quale abbiamo già preso un chiaro provvedimento di legge 15 giorni fa per combatterlo. Poi - ha proseguito - dobbiamo rendere più attrattivo il Ssn. Questa è la sfida: chi fa oggi il gettonista torni a lavorare nel Ssn, i giovani che vanno all'estero capiscano la qualità del sistema sanitario italiano e magari vi permangano. Avremo anche un incremento del numero dei posti per la facoltà di Medicina e Chirurgia per far sì che negli anni futuri i problemi di carenza di organico che abbiamo avuto non ci siano più". "Quello che realmente manca in Italia oggi e nei prossimi anni – ha evidenziato - saranno gli infermieri".

Sulla proposta di depenalizzazione degli errori medici, infine, "stiamo lavorando con il ministro Nordio. Si tratta di un provvedimento utile per andare a diminuire la cosiddetta medicina difensiva. Vengono prescritti tantissimi esami inutili e questo pesa sulla spesa sanitaria nazionale fino a 10 mld l'anno. Rendere il medico più sicuro nella sua professione senza togliere nulla ai pazienti, se c'è un errore per dolo o colpa grave il medico ne risponderà, potrebbe aiutare veramente a superare e a ridurre le liste d'attesa".

 

 

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