18 Aprile 2023

Alzheimer, "Fondo da rifinanziare, servono almeno altri 15 milioni"

L'appello della senatrice M5s Barbara Guidolin. Sono un 1 milione 200mila le persone affette dalla malattia in Italia. Vanacore (Iss): "Ogni anno per le demenze si spendono 18 mld"

Di Marta Tartarini
Da Sinistra: Nicola Vanacore, Manuela Berardinelli, Barbara Guidolin, Amalia Cecilia Bruni
Da Sinistra: Nicola Vanacore, Manuela Berardinelli, Barbara Guidolin, Amalia Cecilia Bruni

Il Fondo per la cura dei malati di Alzheimer e in generale delle demenze non può restare senza risorse. La senatrice Barbara Guidolin, del Movimento cinque stelle, rivolge un appello perché il Piano nazionale demenze non sia privo di finanziamenti dall'anno prossimo. In una conferenza stampa in Senato, la parlamentare ha spiegato che sono 1 milione e 200mila le persone che in Italia soffrono di Alzheimer.

"Per sensibilizzare la politica su questo tema che penso sia trasversale – ha sottolineato Guidolin - qualche settimana fa ho lanciato un intergruppo sulle demenze che possa mettere in rete parlamentari ed esperti. E, in effetti, stanno aderendo deputati e senatori di tanti partiti".

  L'obiettivo, ha spiegato a Nursind Sanità, è "ottenere questo rifinanziamento nella prossima legge di Bilancio. Credo che la cifra non possa essere inferiore a quella attuale, ma spero si possa anche implementare ulteriormente e soprattutto sarebbe importante rendere il fondo strutturale".
Attualmente, infatti, ci sono 15 milioni di euro, che sono stati stanziati per tre anni (2021, 2022 e 2023) e che hanno permesso di avviare 21 progetti sul territorio nazionale. Programmi, ha rivendicato la senatrice della commissione Affari sociali di Palazzo Madama, "che hanno cambiato la vita dei pazienti e delle loro famiglie, ma che senza un nuovo finanziamento si interromperebbero con l'anno in corso".

Se Amalia Cecilia Bruni, professore ordinario di Neurologia e genetica medica, si è soffermata soprattutto sulla "complessità della malattia" e, quindi, da un lato sulla necessità di finanziare il Fondo "per sostenere le famiglie" mentre "la ricerca va avanti per capire le cause che sono ancora sconosciute" e dall’altro sulla centralità della "prevenzione, promuovendo uno stile di vita sano", Nicola Vanacore, responsabile Osservatorio demenze dell'Istituto superiore di sanità, ha posto l’accento sull’importanza degli investimenti. "Non c'è mai stato un finanziamento così cospicuo. Ora nei Comuni e nelle Asl si lavora a 21 progetti specifici – ha sottolineato -. Abbiamo bisogno di portare a compimento questi programmi, ma anche di superare le grandi differenze che ci sono nei territori. C’è tanto lavoro da fare come sanità pubblica, pensando che un investimento fatto oggi darà i suoi frutti nei prossimi anni". Ogni anno infatti si spendono, ha fatto i conti Vanacore, "16-18 miliardi di risorse pubbliche per le demenze, investire ora ci porterà anche dei risparmi domani".

Spazio infine alle associazioni che spesso sostituiscono i servizi pubblici nel supporto ai malati e alle loro famiglie. Manuela Berardinelli, presidente di Alzheimer Uniti Italia, ha ricordato che "questa malattia porta la tragedia in famiglia, perché i familiari sono abbandonati. Il Fondo – ha concluso - non serve solo per i progetti avviati, ma deve aiutare a garantire una presa in carico globale, in attesa del farmaco che tutti speriamo arrivi. Ma, intanto, è necessario assicurare questo finanziamento".

 

 

 

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