24 Aprile 2023

Pillola anticoncezionale gratis: in attesa dell'Aifa si accende lo scontro

L'Agenzia del farmaco dovrebbe dar seguito in settimana alla decisione del Cpr. Il costo è stimato in 140 milioni. Si scatena la polemica, ma il ricorso al farmaco non contrasta la natalità

Di U.S.V.
Pillola anticoncezionale gratis: in attesa dell'Aifa si accende lo scontro

La scelta divide e lo scontro politico si fa subito incandescente. Il Cda Aifa dovrebbe prendere, questa settimana, una decisione sulla gratuità, con prescrizione medica, della pillola anticoncezionale per le donne italiane di tutte le fasce d'età. Il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) della stessa Agenzia italiana del farmaco aveva acceso luce verde pochi giorni fa e di fatto la contraccezione orale è già gratuita in diverse regioni, dalla Puglia alla Toscana, dal Piemonte all’Emilia Romagna, oltre alla Provincia di Trento. Tuttavia, il tema ha immediatamente suscitato vivaci reazioni.

Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia, si è domandata retoricamente come sia possibile “conciliare la pillola contraccettiva libera e gratuita come panacea di tutti i mali, senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici che possono portare fino a depressione e istinti suicidari" ed "invitare le ragazzine a bombardarsi di ormoni”. Mentre Massimo Gandolfini, numero uno del Family Day, si è scagliato contro una scelta in “direzione opposta rispetto al problema della denatalità”, con risorse, stimate in 140 milioni di euro, che “potrebbero essere allocate invece per alleviare le gravi condizioni di famiglie” con figli disabili che hanno necessità di farmaci “costosissimi non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”.

Dall’altra parte, positivo il commento di Mario Puiatti, presidente Aied, Associazione italiana per l'educazione demografica: “E' un ritorno al futuro, di cui siamo molto soddisfatti. Nel senso che fino al 1993, ovvero fino a trent'anni fa, la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane. Con la decisione attuale dell'Aifa, viene restituita fiducia sulla sicurezza di un farmaco usato da decenni da milioni di donne, ma soprattutto si restituisce alla contraccezione il ruolo prioritario per la tutela della salute e del benessere delle donne e delle ragazze".

Sul fronte politico lo scontro si è declinato tutto in chiave femminile. Da un lato la senatrice di FdI Lavinia Mennuni ha parlato di “ben altre” priorità socio sanitarie, oltre a stigmatizzare la possibilità che Aifa prenda un provvedimento che “compete alla politica” con “vertici in scadenza”. Dall’altro, la deputata Pd Michela Di Biase ha twittato sostenendo che si tratta di “una decisione giusta e attesa da anni che libera di un carico di spesa milioni di donne italiane”. Mentre Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha chiosato sulla prossima decisione dell’Agenzia: “Ovvio che noi donne non ci aspettiamo alcuna retromarcia, non scherziamo”.

Sullo sfondo rimangono i dati: circa 2,5 milioni di donne italiane prendono la pillola contraccettiva e il Bel Paese è in basso nelle classifiche europee rispetto al ricorso a una contraccezione moderna. Il centrodestra fa naturalmente pesare il dato sull’inverno demografico, ma il presidente della Siru (Società italiana di riproduzione umana), Roberto Marci, spiega al Sole24Ore che “nei Paesi dove la norma è già attuata diminuiscono le gravidanze indesiderate e le interruzioni di gravidanza volontarie (Ivg) e comunque la natalità aumenta a dimostrazione che tale misura non contrasta con la natalità”.

 

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