"Istituiamo lo psicologo di prossimità"
Presentata alla Camera la proposta di legge. Anche perchè i dati sono preoccupanti: il 65% degli italiani dichiara di aver vissuto un disagio. Solo nel 2021 sono stati spesi 1,7 miliardi per un supporto psicologico. Mentre cresce il ricorso al privato

Il disagio mentale è in aumento ma il Servizio sanitario è in affanno e non garantisce una adeguata presenza di psicologi sul territorio. Per questo è necessaria una figura di prossimità che lavori a braccetto con il medico di medicina generale, anche per prevenire i fenomeni più gravi che si stanno intensificando dopo la pandemia alla luce delle difficoltà socio-economiche. Il Parlamento si muove con una proposta di legge che incassa il sostegno del Governo. Luciano Ciocchetti, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Affari sociali, ha presentato un testo a Montecitorio proprio per "l'istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell'ambito del Servizio sanitario nazionale".
L’iniziativa parte da alcuni dati preoccupanti. Nel 2021, si legge nell’articolato, sono stati spesi 1,7 miliardi per accedere a un servizio di supporto psicologico e il 65% della popolazione italiana afferma di vivere, o di aver vissuto di recente, un disagio psicologico. La promozione del benessere mentale si rende quindi necessaria con l'istituzione, recita l'articolo 2 della legge, "in ciascuna azienda sanitaria locale del servizio di psicologia di assistenza primaria.
Ciocchetti spiega che il testo è stato assegnato alla commissione Affari sociali. "Sempre di più tante persone - sottolinea il promotore - accedono ai servizi di supporto psicologico, soprattutto privato. Il bonus psicologo è stato una buona iniziativa, ma assolutamente insufficiente. Soprattutto dopo la pandemia, sarebbe importante per il Servizio sanitario offrire un servizio di cure psicologiche sul territorio". Per il deputato è quindi "fondamentale fare di tutto per approvare questa proposta di legge".
Il tema è ben presente al Governo. Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali oltre che psicoterapeuta, assicura attenzione per garantire "un aiuto di prossimità ai cittadini". Anche perché, come ammette Bellucci, "i centri di salute mentale sono in estrema difficoltà, sono la cenerentola del Servizio sanitario e questo ha provocato in gran parte il ricorso al settore privato da parte dei cittadini. Ciò significa che accede alle cure solo chi può permetterselo. Si tratta di una discriminazione economica molto grave". Sulla possibilità di condurre in porto la legge, Bellucci è ottimista e non prevede "divisioni politiche".
Sul ricorso al privato si è soffermato anche David Lazzari, presidente dell'Ordine degli psicologi, evidenziando proprio come ben 8 persone su 10 che hanno bisogno di aiuto non trovino risposta nel pubblico. Ma l’esigenza di un intervento legislativo è molto sentita anche perché "c'è un aumento significativo del disagio, che si riscontra anche negli accessi al pronto soccorso. Stimiamo - sottolinea Lazzari - che per una persona che vive una emergenza ci siano 6 o 7 casi di malessere su cui bisognerebbe intervenire in fase di prevenzione, ma non lo si fa perché ora la competenza psicologica è sguarnita nella medicina di prossimità".
Un maggior coordinamento tra medico e psicologo, infine, è l’auspicio di Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma. "Gli investimenti nella salute del capitale umano non sono sufficienti", osserva. E in ambito sanitario, "bisogna lavorare in equipe, tutte le figure devono operare insieme, ma ora – conclude - nelle Asl ci sono 2,5 psicologi ogni mille abitanti, un numero assolutamente insufficiente".
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