"Salviamo la sanità". Medici e pazienti uniscono le forze
Associazioni di categoria e di cittadini lanciano insieme il "Manifesto per la salvezza del sistema sanitario". In piazza il 15 giugno e a settembre. Ma non escludone neppure lo sciopero

Far volare ancora il calabrone. Si richiama alla metafora utilizzata per definire il sistema sanitario alla sua nascita il "Manifesto per la salvezza del servizio sanitario nazionale pubblico" lanciato oggi dalle associazioni di professionisti e cittadini, riuniti nell’evento "Salviamo la sanità pubblica" presso la sala Capranichetta di Roma.
Un incontro che lo stesso Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, l’associazione nazionale dei medici e dirigenti della sanità pubblica italiana, non ha esitato a definire "di portata storica". E unico nel suo genere in effetti il manifesto lo è, per la capacità di aver chiamato a raccolta entrambe le facce della medaglia. Da un lato gli operatori della sanità, che si dichiarano stanchi di definanziamento e tagli. Dall’altro chi questi tagli li subisce sulla propria pelle, attendendo ore in fila nei pronto soccorso o mesi per visite anche urgenti.
Convinte che stia per scattare il punto di non ritorno, le organizzazioni sindacali di medici, sanitari, veterinari, insieme alle associazioni di cittadini e pazienti, chiedono a tutte le forze politiche "un chiaro impegno in difesa del Servizio sanitario nazionale pubblico e universale".
"Oggi il diritto alla salute dei cittadini è strettamente intrecciato al destino professionale di tutti gli operatori sanitari del Ssn. Perciò la battaglia in difesa della sanità pubblica è la battaglia di tutti. Solo se saremo uniti potremo vinceria – si legge nel Manifesto -. Con questo obiettivo le organizzazioni sindacali, le associazioni di cittadini e pazienti, le rappresentanze professionali avviano una mobilitazione che, a partire dalle fiaccolate del 3 maggio, in onore e memoria di Barbara Capovani, attraverso questa iniziativa del 16 maggio e le prossime del 15 giugno, porterà ad una manifestazione nazionale a settembre a Roma". Alll’appuntamento di giugno, professionisti e cittadini si riuniranno in maniera simultanea in otto diverse città italiane, tra le quali Roma, Torino, Napoli, Firenze, Bologna.
Il manifesto presentato oggi è molto chiaro sulle linee da seguire per invertire la rotta. "Il diritto alla salute, principio fondante della Costituzione italiana, è seriamente a rischio – si legge -. È in atto, da tempo, un processo di destrutturazione del Servizio sanitario nazionale pubblico che, di fatto, ha minato la sostenibilità, l'equità e l'accesso alle cure, rendendo marginale rispetto alle politiche nazionali un bene inalienabile come la salute degli italiani". “Non possiamo immaginare una sanità senza una seria riforma che affronti sia l'emergenza ospedaliera che territoriale. La crisi degli ospedali non si esaurisce nei Pronto soccorso, unica alternativa alle infinite liste di attesa, sovraffollati di pazienti ma sostenuti da pochi medici e professionisti sanitari allo stremo delle forze. E quella del territorio si manifesta con aree geografiche estese prive di medici di riferimento e di sostegno sociale per pazienti con malattie croniche, spesso non autosufficienti, invalidanti. Queste emergenze, tuttavia, non compaiono tra gli interventi prioritari dell'agenda politica".
Al centro del documento, naturalmente, la questione risorse. "Il definanziamento pluridecennale riservato al sistema sanitario pubblico e ai suoi dipendenti ha prodotto non solo un continuo restringimento del perimetro pubblico del servizio sanitario, con la progressiva privatizzazione dei servizi sanitari, ma addirittura una crescita esponenziale dell'appalto al privato dei professionisti, sempre più raramente disposti a iniziare o a continuare a lavorare nelle strutture pubbliche, a fronte di stipendi dal potere d'acquisto sempre più basso e di condizioni di lavoro in continuo peggioramento”.
I promotori del manifesto non rinunciano poi a una stoccata sul federalismo fiscale. "Il diritto alla salute, che la Costituzione vuole uno e indivisibile, è oggi declinato in 21 modi diversi, causa di quelle diseguaglianze nell'accesso alle cure che costringono i pazienti al viaggi della speranza lungo il gradiente Sud-Nord, mentre i processi di autonomia differenziata avviati dai Governi nazionali e dalle Regioni accentueranno drammaticamente le differenze tra gruppi sociali e aree geografiche, trasformando il diritto alle salute in un bene di lusso".
"Dobbiamo contrastare il sentimento di disaffezione e di diffidenza che può crearsi tra pazienti e medici", ha esortato la segretaria generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino. Tra i temi sottolineati dai rappresentanti di categoria, anche il rinnovo contrattuale. "Ci attendiamo una proposta di contratto che vada al di là dei grandi proclami, vogliamo vedere i documenti – ha spiegato Guido Quici, presidente Cimo Medici, intervenendo oggi all’iniziativa di Roma -. E ci aspettiamo che almeno l'80 per cento delle nostre richieste vengano accolte. Si tratta di un problema di qualità del lavoro e non solo economico".
A partire da oggi, con il manifesto e le diverse iniziative previste tra giugno e settembre, sanitari e pazienti rivolgono quindi un grido di allarme a Governo e istituzioni. E se non dovesse essere ascoltato? Il segretario nazionale Anaao-Assomed non ha dubbi: "Lo sciopero è in previsione, lo abbiamo già messo in preventivo". Del resto, è in nome di una buona causa e cioè salvare il sistema sanitario. O per dirla col manifesto: perché "il volo del calabrone possa continuare".
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